domenica 17 maggio 2015

Repubblica 17.5.15
Ugo Sposetti (Pd)
“Con l’Italicum urgenti garanzie sui capilista o serviranno i caschi blu”
intervista di T. Ci.


ROMA «Una norma che regoli la democrazia nei partiti doveva essere approvata un’ora dopo il via libera all’Italicum. Non è accaduto, ora si faccia in fretta». Il senatore dem Ugo Sposetti è stato il primo a depositare in questa legislatura una proposta per attuare l’articolo 49 della Costituzione.
Perché legare il tema alla nuova legge elettorale?
«Alle prossime elezioni si voterà con i capilista bloccati. Chi li sceglie? E chi decide anche gli altri in lista? Se modifichi il sistema elettorale, devi tenere conto di come la democrazia può attuare questo sistema».
Lei chiede di fare in fretta. Chi deve muoversi?
«Mi auguro che Boldrini e Grasso, su pressione dei presidenti dei gruppi, mettano la legge all’ordine del giorno in commissione. I presidenti delle Camere la smettano di interessarsi dei costi della politica o dei parlamentari condannati, che non interessano a nessuno, e compiano atti che consentano di recuperare la dignità della politica».
Renzi sostiene di essere pronto ad accettare la sfida.
«Il pensiero di Renzi ha cambiato verso. Per lui, prima, c’era solo l’idea di un comitato elettorale, modello Usa. Poi ha detto di essersi sbagliato».
Non sarà un contentino alle minoranze dopo il via libera all’Italicum?
«Lui ci ha abituati a cambiare opinione. Stavolta però no, non può perdere tempo. Anche perché senza un regolamento serviranno i caschi blu per scegliere i capilista. Quanto accaduto in Campania consiglia a Renzi di accelerare. Per salvare la democrazia».
La democrazia interna serve anche a garantire le minoranze interne?
«Certo, sennò che democrazia è…».
E una volta garantita, la minoranza sarà vincolata alle decisioni della maggioranza? Anche di questo si dibatte nel Pd, da mesi.
«Sì, ma lei perché me lo chiede? Mica sta intervistando Fassina o Civati. Per me funziona così: segretario e maggioranza hanno il diritto-dovere di fare le proposte. I dirigenti, a ogni livello, hanno diritto di conoscere le proposte in anticipo. Di discuterle e approfondirle. Poi si vota e si definisce la maggioranza e la minoranza. Sulla base di questo si stabilisce come si formano le liste. E anche la linea politica, certo. Restano escluse le materie di coscienza».
Nella sua proposta le primarie sono obbligatorie?
«Nel mio ddl non sono obbligatorie, ma c’è una penalizzazione per chi non le fa: non ha diritto ai benefici del due per mille come finanziamento. Nel mondo, comunque, sono più avanti. In agosto in Argentina si terranno le primarie obbligatorie per i partiti che si presentano alle elezioni. Lì c’è la totale trasparenza degli iscritti».
Il tema della democrazia interna dei partiti si lega al finanziamento?
«Per me il decreto Letta sul finanziamento fu la vera, inguaribile ferita alla democrazia. Una assoluta vergogna. Allora, però, solo io mi alzai per dirlo».
C’è chi dirà: il solito Sposetti vuole dare attuazione all’articolo 49 per poi tornare al finanziamento pubblico.
«Vorrei che la discussione si facesse sul testo depositato, non su un retropensiero. E in questo testo di finanziamento non si parla». (t. ci.)