domenica 17 maggio 2015

Repubblica 17.5.15
Italiani
La libertà illusoria di un popolo malato
di Guido Ceronetti


TRANSITIVA , cronica, mortale, senile e giovanile, la malattia governa l’Italia, la cattiva salute regola la vita delle famiglie italiane e l’allungamento della durata insieme al fatale peggiorare dei mali di vecchiaia ha accresciuto i motivi (qui tocchi l’essenziale) i motivi d’infelicità e le cause di depressione. I padri e le madri più strenuamente amabili e amati cominciano a esserlo meno oltre gli ottantacinque, i compleanni s’intiepidiscono, oltre i novanta i figli ormai pensionati preferirebbero, a quelle mummie semo- venti, ricordarli all’inizio di novembre, festa dei morti ripresa alla Chiesa, in parte, dalla paganità celtica. Da tempo e sempre più la Farmacia, a cui si è affiancata la Parafarmacia, consumo stregato, sfrenato, quotidiano, è una slot-machine senza neppure la foglia di fico del pudore di Las Vegas. La gratutità mutualistica rende astronomica la spesa del farmaco extra, caricato di fede messianica. Sempre più ne incontriamo, nelle città. Sono larve di uomini di donne dal passo impaurito, che ragazze straniere robuste sostengono. Nei loro sguardi non c’è che spaesamento, oblio, incurabile solitudine. Non hanno l’età incalcolabile degli struldbrugs swiftiani di Balnibarbi, ma hanno l’età ancora più disperata di chi sente dentro di sé il morso degli abbandoni, il sospetto e la prova di essere lasciato da parte, il soffio glaciale del Mai Più.
Senza la dolce Afrodite che senso ha ancora la vita? (Parola del greco Mimnermo di Colofane). In una raccolta di scritti di Georges Bernanos sull’Europa e il mondo delle macchine, trovo questa parola che nel 1946 poteva essere ancora creduta: «Il mondo sarà salvato dagli uomini liberi. Bisogna fare un mondo per gli uomini liberi». Eccoci qua, con manette mentali ciondolanti sul capo, tutti quanti, senza forza di ribellione, senza altre capacità che di appesantirle e di complicarle. Possiamo davvero illuderci di essere, così malati dentro, un popolo libero?