La Stampa 21.5.15
L’Isis entra a Palmira, preso anche il museo
di Gio. Sta.
Lo Stato islamico si sta prendendo Palmira. La città delle mitica regina Zenobia, uno dei siti archeologici più importanti in Siria, con templi e statue ellenistiche e romane, è per tre quarti nelle mani dei combattenti islamisti. Ieri sono penetrati nella città da Nord e da Sud, hanno preso i centri amministrativi e la sede del museo. Nelle mani governative restano la prigione (famigerata), l’area archeologica e la base aerea a Est.
Dopo i saccheggi nei siti iracheni di Mosul, Hatra e Nimrud ora si teme un’altra devastazione. La direttrice generale dell’Unesco, Irina Bokova, ha chiesto lo «stop immediato» degli scontri. I funzionari governativi sono riusciti a portare in salvo alcune centinaia di reperti custoditi nel museo. Ma i resti di templi e palazzi sono esposti ai combattimenti, ai violenti scambi di artiglieria fra le milizie filo-governative, lasciate a guardia della città dopo l’offensiva della scorsa settimana che ha costretto le truppe governative a ritirarsi, e i reparti dell’Isis.
Giacimenti di gas
Le milizie tribali hanno anche fatto evacuare la maggior parte dei civili per timori di rappresaglie. Palmira, Tadmur in arabo, è sulla superstrada che da Dair az-Zur, dove la guarnigione governativa è ora completamente isolata, porta a Homs, nel cuore fertile della Siria. E al centro di una regione ricca di giacimenti di gas.