giovedì 21 maggio 2015

La Stampa 21.5.15
Yanis Varoufakis
“Rapporto forte con Alexis. Non mi ha messo da parte”
di M. Zat.


Yanis Varoufakis sostiene di avere una registrazione della ministeriale economica di Riga, la riunione in cui gli hanno dato del «dilettante» e dello «scommettitore». Spiega anche che non rende pubblica per rispetto delle regole comuni, le stesse che da quando è in carica ha violato ripetutamente. Può essere l’ennesima boutade. Anche perché è un segreto di Pulcinella che sia stato il ministro slovacco Peter Kazimir a pronunciare le parole più grosse. Non il solo, sia chiaro, a prendere di petto il ministro greco, professore esperto della teoria dei giochi. Gli piace giocare, al ministro superstar. E ne paga il prezzo tutti i giorni.
Coi numeri è un’altra cosa. Forse. Dopo Riga, il premier ellenico ha rimpastato il team dei negoziatori coi creditori di Bruxelles che, subito, hanno rilevato come la nuova formula funzioni meglio della precedente. E’ stato letto come una messa in seconda linea del ministro dell’Economia. «Non è vero - si è imputato il greco con un collega dell’Eurogruppo -: il mio rapporto personale con Tsipras è molto forte, non sarò mai accantonato». Resta convinto di essere il playmaker, Varoufakis. La sua idea è «fondere la revisione del secondo programma con il lancio del terzo», certo che «quanto proposto da Atene sia più che sufficiente». Ma non bastano gli auspici e i colleghi non lo seguono. Rivela la fonte che il presidente dell’Eurozona, Jeroen Dijsselbloem, pensa che «il vero ostacolo all’accordo sia Varoufakis». L’olandese lo trova «poco professionale». Gli altri non commentano. Il loro cruccio è l’atteggiamento di Tsipras e la difficoltà che incontra nel gestire Syriza.
Forse aiuterebbe un ministro meno originale. Si racconta che la commissione Economica dell’Europarlamento abbia invitato Varoufakis per un’audizione e lui abbia risposto che non intendeva parlare coi deputati. Era invece pronto a incontrare capigruppo, per poter avere un dialogo «politico». Non ci si fanno amici così in casa Ue. Anche perciò il New York Times lo ha chiamato «il ministro pronto per la Tragedia greca», del resto ha detto «sarà dannato se accetterò un altro piano che perpetuerà la stessa crisi». Gli piace giocare anche con le parole. Ieri, via Die Zeit, ha battibeccato col tedesco Schaeuble: «spiacevole» che metta in risalto «il potere relativo» della Germania piuttosto che considerare gli argomenti greci. Due uomini non potrebbero essere più diversi, eppure dovranno cercare di convivere per evitare una crisi comune. Sebbene i bookmaker delle cose europee dicano che il futuro di Wolfgang sia più a Bruxelles di quello di Yanis. Una previsione facile, tutto sommato.