martedì 19 maggio 2015

La Stampa 19.5.15
Dopo la Francia, dubbi anche in Spagna
a rischio le quote europee per i rifugiati
Gentiloni: un no sarebbe molto amaro. Decisione finale il 26 giugno
di M. Zat.


In effetti, ammette Paolo Gentiloni, nel Consiglio Ue si riscontra «una volontà di ridiscutere» l’Agenda per l’Immigrazione. Il tono non è allarmato, anche se il «no» alle quote per la distribuzione dei migranti pronunciato sabato via Twitter dai francesi ha avuto l’effetto d’una grandinata sulle aspettative di un’intesa indolore sul pacchetto intavolato la scorsa settimana dalla Commissione Ue. Parigi «vuole la redistribuzione dei rifugiati prima che dei migranti», cioè regole per chi arriva prima di decidere i destini di chi è già sbarcato, nota il ministro degli Esteri. Il che, ovviamente, non risolve il problema italiano (e non solo) di cosa fare di chi è stato salvato. «Mi auguro davvero che non si compiano dei passi indietro - aggiunge -. Sarebbe molto amaro».
Posizioni divergenti
Alla riunione dei capi della diplomazia europea è stato Harlem Désir, già personaggio di spicco dei Sos-Racisme divenuto segretario di stato agli Affari europei, a dire che Parigi non vuole insediamenti regolati da quote. Il ministro degli Esteri spagnoli, José Manuel García-Margallo, se l’è invece presa coi i criteri di redistribuzione, che vorrebbe tenessero in maggior conto la disoccupazione. Polacchi e Slovacchi hanno parecchi dubbi, gli ungheresi esibiscono un chiaro rifiuto, mentre britannici, irlandesi e danesi si sono già chiamati fuori. Gentiloni vede in tutto ciò «un posizionamento in vista dei prossimi incontri». L’Agenda della Commissione è il cuore solidale dell’Europa gettato oltre l’ostacolo. La rumorosa moina del condominio a dodici stelle è un fatto del tutto endogeno.
Ci sarà molto da discutere, questo è nelle cose. Il 27 la Commissione Ue presenterà la parte operativa del suo insieme di proposte, quantificando le quote dei migranti come ha fatto per quelle dei rifugiati (20 mila), oltre che definendo in chiaro le nuove dimensioni di Triton, rafforzata in mezzi, competenze e fondi, al punto da somigliare come una goccia d’acqua alla Mare Nostrum che l’ha preceduta. Il 15 giugno il dossier sarà sul tavolo dei ministri degli Interni. Il 25 e il 26 del mese, scontro finale a livello di capi di stato e di governo Ue a Bruxelles.
A Gentiloni chiedono ripetutamente se si sente solo. Il ministro non ci casca. «L’Italia fa la sua parte in termini di accoglienza dei migranti e tutti in Europa ne sono consapevoli», sottolinea. Ieri mattina gli sbarchi ammontavano a 39.982 dall’inizio dell’anno, il 10% in più rispetto al 2014: «Fino a non molto tempo fa abbiamo fatto da soli o quasi, non ci sentiamo in un’emergenza che non siamo in grado di gestire». Certo, «contiamo che si redistribuisca l’onere anche in base all’accoglienza».
Infiltrazioni di terroristi
La coda è per il rischio infiltrazioni terroristiche. vero o falso? Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, concede che potrebbero esserci dei foreign fighters nascosti fra i migranti. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ne parla al condizionale. «Come ha detto Alfano non ne abbiamo evidenza - ha assicurato -. Ovvio però che non si possa escludere. Potrebbe succedere, per questo abbiamo attivato la Missione Mare Sicuro».
[m. zat.]