sabato 16 maggio 2015

La Stampa 16.5.15
La commissione del Csm boccia il ddl corruzione “Interventi insufficienti”
Irritazione nel Pd. Il viceministro Costa (Ncd): invasioni di campo
Ma Legnini prova a ridimensionare: la riforma è un passo avanti
di Francesco Grignetti


Una bocciatura a tutto campo. Alla vigilia di una settimana cruciale, il Consiglio superiore della magistratura predispone un parere sulle nuove leggi anticorruzione che ha il sapore della stroncatura. «I singoli - scrive la Sesta commissione, in vista di un plenum di mercoledì - sporadici e frammentari interventi realizzati, ed in gran parte attualmente solo annunciati dal legislatore, risultano per la loro disorganicità insufficienti. Serve un intervento organico a tutto campo».
Una bomba. Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, prova a ridimensionarla: «Attenzione, questa è una proposta di parere, riguarda l’intero disegno di legge sulle modifiche al codice penale e di procedura penale, tra cui le misure anticorruzione, e contiene sia osservazioni critiche che diffusi apprezzamenti». Comunque Legnini ribadisce che la riforma, a suo parere, è «un indiscutibile passo in avanti».
Ma è un dato di fatto che i magistrati sono molto critici. Lo è il superprocuratore antimafia Franco Roberti: «Bisogna prevedere per la corruzione gli stessi strumenti previsti per il contrasto alle mafie, senza escludere nessuno, neanche gli agenti sotto copertura (ipotesi che in Parlamento è stata bocciata, ndr)». Oppure il procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci, che tuona sul compromesso raggiunto due giorni fa dalla maggioranza sulla riforma della prescrizione: «Rischia di trasformarsi non solo in una legge spot, ma favorirebbe ulteriormente la corruzione. Bisogna agire subito e cambiare il contenuto del testo».
I politici del Pd reagiscono con ira trattenuta. «I pareri che vengono dal Csm vanno sempre considerati con grande attenzione ma in questo caso appaiono forzati», dice Walter Verini. «Intempestivi e illogici: francamente mi sembrano rilievi del tutto fuori bersaglio», reagisce Donatella Ferranti. «Sono sorpreso, anzi sconcertato. Il giudizio è incomprensibile e va in senso contrario a quello espresso da magistrati come Raffaele Cantone e Francesco Greco, e da associazioni autorevoli come Libera e Transparency International», replica David Ermini, responsabile Giustizia del Pd. Ermini a questo punto annuncia che il Pd tirerà dritto: «Noi andiamo avanti sulla strada delle riforme». Il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, Ncd, coglie l’occasione per rilanciare: «Ogni giorno che passa si rafforza l’esigenza di riformare il Csm. Le invasioni di campo sono solo una sfumatura delle criticità».
Intanto Raffaele Cantone prova a rovesciare i luoghi comuni: «Non meritiamo l’appellativo del Paese più corrotto d’Europa. È un fenomeno diffuso e innervato nella società cui si sta prendendo cognizione non solo dell’intensità, ma anche pericolosità. È cambiata la percezione del fenomeno».