La Stampa 16.5.15
Terni, aggredita a 12 anni “Non portare il crocifisso”
di Giacomo Galeazzi
Urla e botte. «Non devi portare il crocifisso, mi dà fastidio». Poi un pugno alla schiena. Così adesso la bambina, ancora scioccata dall’accaduto, ha paura di tornare a scuola. I carabinieri che indagano sulla vicenda non hanno dubbi: è avvenuta per motivi religiosi l’aggressione subita da una bimba di 12 anni di Terni, con indosso un crocifisso, da parte di un coetaneo islamico di origine africana. «Da soli i bambini non arrivano a dare un giudizio negativo sulle religioni: un gesto simile nasce da un inquietante vissuto domestico - spiega il vescovo Domenico Mogavero, commissario Cei per l’immigrazione - Una reazione così violenta riflette forme di intolleranza interiorizzate in casa. E’ un modo per dire “non esiste una fede diversa dalla mia, quindi la tua religione devi metterla da parte”. Ciò è allarmante».
All’uscita dalla scuola il giovane senegalese, prima di sferrare un pugno alla schiena della compagna di classe, le ha gridato alcune frasi di minaccia, anche di morte, dicendole che il crocifisso gli dava fastidio e non lo doveva portare. Il ragazzino è stato subito bloccato dalla mamma della studentessa che stava accompagnando per mano la figlia fuori dalla scuola. Venti giorni di prognosi per la bimba. L’aggressore è un ragazzino africano (non imputabile perché troppo giovane) che da giorni insultava e minacciava la coetanea, perché portava al collo una collanina con il crocifisso. «Il ragazzino, e i suoi parenti, vengano rispediti al loro Paese. Che bella integrazione», afferma il leader della Lega, Matteo Salvini.
All’aggressione hanno assistito altri compagni di scuola. Sono stati poi i genitori della ragazzina a segnalare l’episodio alle forze dell’ordine. «A casa nostra neanche i nostri figli sono più al sicuro rispetto all’intolleranza di chi pensa di venire in Italia e imporci la propria ideologia - commenta il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni-Non ti piace il crocifisso? Vai a vivere da un’altra parte Sono questi gli episodi che ci fanno comprendere quanto odio venga trasmesso anche ai più piccoli».
«È un episodio molto grave ma cerchiamo di non strumentalizzarlo, succede spesso che i ragazzi tra di loro litighino senza che si venga a sapere nulla», osserva l’assessore alla Scuola Carla Riccardi. «Prima di ogni giudizio è necessario capire come realmente sia avvenuto il fatto, le dinamiche e il contesto in cui si è verificato - evidenzia il vescovo di Terni, Giuseppe Piemontese - Preghiamo perché la bambina superi questo difficile momento per la violenza di cui è stata vittima. Ci auguriamo che l’aggressore possa comprendere la gravità del proprio gesto e che la scuola faccia la sua parte educativa per formare giovani e adulti pacifici e rispettosi del prossimo».