La Stampa 16.5.15
L’Italia degli irregolari un esercito di “invisibili”
Dopo lo sbarco vivono da clandestini ai margini delle città In 4 anni rimpatriati 70mila su 150mila: dove sono gli altri?
di Guido Ruotolo
Quanti sono gli “invisibili” che fingiamo di non vedere? Quelli che con disprezzo chiamiamo “clandestini” ma che in realtà sono irregolari che vivono ai margini delle nostre città? Quanti sono gli uomini o le donne che entrano alla luce del sole sulle imbarcazioni partite dalla Libia, o di nascosto attraverso le frontiere dei porti adriatici nelle intercapedini dei Tir, nei bagagliai di auto e pullman. O che atterrano negli aeroporti internazionali con un visto turistico, o sono regolarmente al seguito di un pellegrinaggio al Vaticano o da padre Pio e poi si “perdono”, lasciando scadere il permesso di soggiorno per motivi di turismo o di lavoro?
Da quando non ci sono più le grandi sanatorie, non si possono quantificare gli “invisibili”. Dobbiamo accontentarci di alcuni indicatori e fare ipotesi approssimative.
Ogni giorno entrano in Italia duecentomila stranieri (anche europei che hanno il libero accesso). Turisti, giovani, studenti, imprenditori, religiosi, ecc. In trenta e passa anni sono stati regolarizzati oltre due milioni e centomila stranieri. Solo negli ultimi 12 anni, un milione e ottocentomila regolarizzazioni.
Le sanatorie
Parliamo delle sanatorie Martelli del 1990, Dini del 1995, Turco-Napolitano del 1998, Bossi-Fini del 2002. Altre due regolarizzazioni nel 2009 e 2012. Fino alla Bossi-Fini, le prime tre sanatorie avevano fatto emergere ciascuna oltre 200.000 clandestini. L’ultima, 700.000. E poi ci sono state due regolarizzazioni, per oltre 430.000 stranieri.
Circa 150.000 clandestini ogni anno entrano in Italia. Il numero potrebbe diminuire o aumentare se avessimo come punto di riferimento la “stanzialità” degli stessi. Insomma, una volta in Italia restano o emigrano in altri paesi europei?
E cosa comporta il boom degli sbarchi del 2014? Nel 2013 ne arrivarono 43.000, l’anno dopo 170.000. Ragioniamo sui rimpatri degli irregolari e sulle domande di status di rifugiato respinte. Nel 2013 furono presentate 26.620 domande di richiedenti asilo, 63.456 l’anno dopo.
Quasi il 40% delle domande sono state respinte: circa 24.000 persone, considerando che sono state esaminate 36.270 domande delle 63.456 presentate nel 2014. E delle 22.118 domande del 2015 (finora sono sbarcati in 36.000 circa), ne sono state respinte 7.437 delle 15.780 esaminate.
Questi numeri cosa comportano? Intanto che i migranti hanno diritto di opporsi alla decisione negativa delle commissioni esaminatrici. I tempi della loro permanenza in Italia si allungano, considerando che un processo si conclude dopo due anni.
Molti di quelli che arrivano (come i siriani e i profughi del Corno d’Africa) non si fanno prendere le impronte e non si sottopongono al fotosegnalamento perché diretti in Nord Europa, dove hanno parenti e amici (ma ora con le novità di queste ore dell’Agenda Juncker lo scenario dovrà cambiare). Quindi provano a raggiungere le mete. Risultato: al primo posto nella graduatoria per i richiedenti ci sono i nigeriani, seguiti dai maliani.
Il mistero
Potremmo dire che quasi 30.000 migranti giunti in Italia dal 2013 sono da ritenere irregolari. Un altro indicatore, per stimare gli “invisibili”, sono i rimpatri degli irregolari. Nel 2011 sono stati rimpatriati 20.653 immigrati dei 47.152 censiti come irregolari. Nel 2012, 15.232 su 35.872. Nel 2014, 13.981 su 30.906. In questi primi mesi del 2015 sono stati rispediti a casa 4.675 su 10.148. In 4 anni e pochi mesi, circa 70.000 su 150.000 irregolari sono stati rimpatriati. E gli altri che fine hanno fatto?