La Stampa 12.5.15
Quando Ezra Pound
scriveva per Il Broletto
C’è una foto che ritrae il poeta Ezra Pound, con il suo caratteristico cappello a larga tesa, la camicia bianca dal colletto ampio che spunta fuori dalla giacca, un elegante cappotto indossato all’americana, in compagnia della moglie inglese Dorothy Shakespear e di Carlo Peroni , podestà di Blevio, un piccolo comune lariano. Siamo nell’autunno del 1938 a Bellagio. E’ l’immagine di copertina di un curioso saggio di Maurizio Pasquero intitolato Un poeta americano sul lago di Como (Agorà, p. 160, euro 15) che ripercorre una vicenda poco conosciuta: la collaborazione dell’autore dei Cantos alla rivista culturale Il Broletto, diretta da Peroni. Una testata nata nella provincia lombarda ma che contò, nella sua breve vita di poco più di un anno dal 1937 al 1938, di prestigiose collaborazioni, da Alberto Savinio a Salvatore Quasimodo. Fiore all’occhiello della rivista fu proprio la firma di Pound la cui rubrica, chiamata significativamente «Servizio di comunicazioni», mirava a sprovincializzare il sonnecchioso mondo intellettuale italiano, introducendo nel panorama nazionale nomi di fama mondiale come lo scrittore americano E.E.Cummings, l’artista inglese Wyndham Lewis e il poeta giapponese Katue Kitasono. Il Broletto grazie a Pound si trasformò così in un originario ed eclettico laboratorio culturale all’insegna del dialogo fra le civiltà.