Il Sole Domenica 3.5.15
Dal passato al futuro, il «Festival della Scienza Medica»
Sei secoli di scienza sotto i portici di Bologna
di Fabio Roversi Monaco
Il centro medioevale di Bologna è uno spazio ricco di storia, un corpo vivo da rinverdire e valorizzare, attraversato e definito, come è, da vere e proprie arterie pulsanti: i portici, ideali per realizzare un percorso culturale diffuso, che illustri la città nei suoi profili artistici, culturali e scientifici. Noi vorremmo che attraverso i portici e nel contesto del centro venisse espressa un’idea nuova, di rafforzamento della cultura per Bologna e in Bologna. Anche i non bolognesi potranno riconoscersi nel perimetro (simbolico) dei portici, crocevia essenziale in Italia e in Europa per le suggestioni del suo straordinario percorso, attraverso l’Università, i Collegi, i Musei della Scienza e gli antichi spazi dell’Ateneo, traendo da eventi culturali, scientifici e artistici ben noti una consapevolezza più ricca e approfondita. Non c’è cultura se non esiste la memoria e, dunque, il senso del tempo: soltanto la presenza e la comprensione della storia permettono la formazione di una conoscenza e di una coscienza comuni, che non possono essere affidate alla intermediazione, semplificata e talvolta fuorviante, degli strumenti informatici. Cerchiamo una condivisione, non semplici spazi neutri da percorrere. Cerchiamo cammini comuni, affinché le persone non soltanto si incontrino, ma si scelgano e si riconoscano. Vogliamo per la città un impegno significativo e annuale, di continuità nel tempo, poiché una serie di edifici, funzionalmente in rete nei secoli, già identifica una temperie specifica, pronta a esprimersi ogni anno come stagione di Bologna sotto i portici. In questo contesto nessun settore del sapere, nessun campo arato dalla sete di conoscenza degli uomini, può competere con la ricerca medica. Di qui nasce il «Festival della Scienza Medica», per richiamare quanto avvenne a Bologna, a partire dal XIII secolo e per almeno sei secoli, in misura superiore a ogni altra città. Il prosieguo del titolo, «La Lunga Vita», esprime il legame tra salute e scienza medica nelle prospettive per il futuro: la ricerca medica deve connettersi oggi al tema della salute, intesa in senso ampio, per un futuro sostenibile e per la necessità di analizzarne la dimensione sociale e ambientale all’interno di una società globalizzata e multiculturale. Nel ricercare modelli di sviluppo sostenibili e nell’individuare sistemi migliori di consumo alimentare, si deve oggi tenere conto dell'esplodere dei problemi che l’aumentata longevità di donne e uomini pone alle nazioni e, con essa, dell’irrompere di nuove malattie, spesso definite dalle neuroscienze, e del riesplodere di malattie ben conosciute, ma ritenute ormai debellate, fino a sottovalutare il ruolo epocale della scoperta dei vaccini nel corso del XX secolo.
L’evoluzione della medicina fino alla contemporaneità comprende il benessere, ma anche il cambiamento del ruolo del medico: e con esso i riflessi sociali, etici ed economici che ne discendono e alcune negatività che, pur nell’ambito del ben riconosciuto progresso della ricerca, sono state evidenziate da stampa, letteratura, teatro, cinema e televisione, specie negli ultimi decenni. La medicina, nelle sue deviazioni, è infatti oggetto di culto, talora ossessivo; la disuguaglianza dei cittadini, parzialmente superata in altri ambiti, si ripresenta oggi, in termini lesivi per la persona, spesso laddove più rapido e importante è stato il suo progresso. Siamo dunque «ancora lontani da veri progetti che solchino il tempo» per una sapiente costruzione del futuro (Alberto Malliani). In questo contesto, sarà rilevante il contributo del Festival di Bologna, nella consapevolezza che la salvaguardia dei tesori del passato verrà riconosciuta e rispettata.