venerdì 8 maggio 2015

Il Sole 8.5.15
Le quattro sfide delle regionali
Dalle pensioni alla scuola, per Renzi la sfida delle regionali parte in salita
di Lina Palmerini


Sono quattro i protagonisti di questa campagna elettorale per le regionali: pensionati, insegnanti, immigrati e politici condannati. Su questi quattro temi si giocherà la sfida di Renzi, Grillo e Salvini.
Che siamo in campagna elettorale lo segnalava la presenza di Grillo a Roma. Ieri il leader del Movimento è tornato sulla scena, anzi, sul luogo per eccellenza della politica: in piazza Montecitorio. Da lì ha cominciato a dare i suoi slogan per questa competizione su ciascuno dei temi oggi sul tavolo. Sulla scuola, per esempio, ha chiesto di trasferire 500 milioni di risorse dalla scuola privata alla pubblica, sugli immigrati ha chiesto l'impegno della Ue a una ripartizione in quote tra i 28 Paesi e sui vitalizi ha lanciato il “richiamo della foresta”: un ritorno alle origini fuori dal Parlamento che fa provvedimenti-beffa come quello di ieri sulle pensioni dei condannati. Ha aggiunto anche la Rai e la proposta di vendita di due reti su tre. Infine, ha stoppato il rassemblement a sinistra definendo Civati, che ci sta provando, una «mezza calza». Insomma, Grillo è già al fronte e scommette in una risalita dopo la discesa delle europee confermata dalle ultime votazioni in due regioni, Emilia e Calabria.
Matteo Renzi, invece, non aveva previsto che la campagna elettorale si facesse sulle pensioni. La sentenza della Consulta non solo è una mina sui conti pubblici - ed espone l’Italia al rischio di procedura della Ue - ma disegna i contenuti della prossima competizione. Anche se è regionale, comunque i 5,5 milioni di pensionati interessati dalla sentenza della Corte e precedentemente colpiti dal blocco dell’indicizzazione, sono una platea di tutto rilievo. Non solo. Il modo in cui deciderà e si comporterà il Governo diventa un segnale per tutti i 18 milioni di pensionati che sono il grosso del bacino elettorale del Paese. E del Pd, soprattutto, che nell’ultima elezione nazionale del 2013 aveva trovato nei pensionati il 35,3% del consenso. Dato che si è mantenuto anche nelle europee del 2014 che, secondo l’analisi di Marco Maraffi di Itanes, sono cresciuti di quasi 10 punti. Insomma, un “blocco sociale” che Renzi non può permettersi di trascurare ora. E dunque il primo atto concreto di questa campagna elettorale sarà la decisione del Governo su come, quanto e quando restituire il “maltolto”.
L’altro terreno su cui si giocano le elezioni regionali è la scuola. Fresco di sciopero, Renzi ha deciso di recuperare, aprire alla trattativa anche perché questo è davvero il suo “nervo” sociale scoperto. Scoperto soprattutto con i 5 Stelle che hanno saputo parlare al mondo degli insegnanti come raccontano sempre le elezioni 2013, il 28% ha votato per Grillo contro il 20% che scelse il Pd di Bersani. Era andata già male ma al premier è andata peggio perché alle europee del 2014, l’unica categoria sociale in cui ha perso consenso (oltre agli autonomi) sono stati gli insegnanti. In sostanza, Renzi è stretto da Grillo sulla scuola e sulle pensioni da Salvini. Vantaggi dell’opposizione che può promettere perché non deve fare i conti con il debito pubblico, il rapporto deficit/Pil e una Commissione Ue che minaccia procedure d’infrazione.
Resta l’altro grande fronte, quello degli immigrati. I nuovi sbarchi possono fare molto male al Governo che non ha risolto granché con l'Europa, soprattutto sulla ripartizione dei profughi. Alla fine, servirà a ben poco la norma decisa ieri di negare i vitalizi ai politici condannati. Sarà una bandierina e nient’altro di fronte ai temi di queste elezioni che sono ben più pesanti. Incluso il giudizio che attende il premier su economia e occupazione. I dati Istat sono alterni sul lavoro mentre peserà il Jobs act deciso da Renzi. Insomma, un anno fa era il tempo degli 80 euro. Quest’anno è l’ora di tesoretti spazzati da una sentenza della Corte.