venerdì 1 maggio 2015

Il Sole 1.5.15
Valerio Onida
«Premierato assoluto» che altera la rappresentatività delle Camere
Italicum, 16 domande per capire la riforma
Governabilità, rappresentatività, premio di maggioranza e soglia di sbarramento
il Sole 24 Ore ha posto 16 domande a Valerio Onida


Giurista, presidente emerito della Corte costituzionale e docente di Giustizia costituzionale all’Università degli Studi di Milano. Nel marzo 2013 fu nominato da Giorgio Napolitano nel gruppo di “saggi”per le riforme istituzionali

1 La riforma che la Camera si avvia ad approvare è buona o cattiva?
Dovendo darne una valutazione complessiva, la mia è decisamente negativa, soprattutto per la spinta che reca nel senso di un allontanamento da un genuino sistema parlamentare e di un favore per il potere personale di colui che conquista la carica di primo ministro

2 Se dovesse elencarne i meriti in tre punti, quali citerebbe?
Porta qualche miglioramento (però decisamente insufficiente) rispetto alla legge “Calderoli” del 2005: introduce una soglia minima per attribuire il premio di maggioranza; unifica (abbassandola però troppo) la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento; riduce la dimensione dei collegi elettorali

3 In cosa invece la ritiene sbagliata o migliorabile?
Il difetto fondamentale è che pretende in ogni caso e a qualunque costo che un solo partito vada a occupare la maggioranza assoluta dei seggi, anche se non rappresenta la maggioranza degli elettori e dei votanti, alterando fortemente la rappresentatività del Parlamento: questo per di più in una situazione reale nella quale i partiti tendono a trasformarsi in comitati elettorali a sostegno personale di un leader. Inoltre favorisce la frammentazione con una soglia di sbarramento solo del 3%; e, col sistema “ibrido” dei soli capilista bloccati, delle preferenze e delle candidature plurime, non favorisce un chiaro rapporto fra elettori ed eletti

4 I sostenitori della legge ne sottolineano la spinta a favore della governabilità. Lei è d'accordo? E in che modo ciò avverrà?
La “governabilità” non si persegue “forzando” il sistema elettorale senza tenere conto del sistema politico effettivo (che non è bipartitico) e mortificando il carattere realmente rappresentativo del Parlamento

5 Al contrario i detrattori ne sottolineano i limiti in termini di rappresentatività. Vede anche lei un rischio in questo senso?
Senz’altro, come ho detto.

6 Una delle obiezioni della Consulta al Porcellum è l’eccessiva disproporzionalità del premio di maggioranza attribuito senza stabilire una sogliaminima. L’Italicum prevede una soglia del 40 per cento per ottenere il premio del 15 per cento. Si risponde così alle osservazioni della corte?
Un vero “premio di maggioranza” dovrebbe premiare una “vera” maggioranza, cioè chi consegue più del 50% dei voti (come faceva la legge del 1953). Questo invece è un premio che trasforma in maggioranza (di seggi) la minoranza più forte, quale che sia il livello di consenso che ottiene dagli elettori. Il “ballottaggio”, a sua volta, trasforma in maggioranza una minoranza dando la vittoria per forza ad uno fra due soli competitori, qualunque sia il livello del suo consenso al primo turno, quali che siano i rapporti fra i due, e qualunque sia il numero degli elettori che votano al secondo turno. Non è detto che al ballottaggio accedano due partiti che esprimono con maggiore approssimazione un’unica alternativa reale esistente nel paese

7 Non è un'anomalia in sé applicare un premio di maggioranza sulla base di un sistema proporzionale?
I premi di maggioranza (come le soglie di sbarramento) possono servire a correggere il sistema proporzionale, ma purché siano molto contenuti e non tali da alterare troppo la rappresentatività del Parlamento, e non mirino a dar vita necessariamente ad una maggioranza “monocolore”

8 La soglia di sbarramento è stata portata al 3 per cento per tutti i partiti. Se si voleva davvero fronteggiare la frammentazione non era meglio una soglia più alta, magari del 5 come in Germania?
Una soglia generalizzata del 5% sarebbe più ragionevole di quella del 3% e di quelle diverse previste dalla legge “Calderoli”

9 Non si rischia in questo modo la “balcanizzazione” delle opposizioni in presenza di un primo partito rafforzato dal premio?
L’intento di avere un solo partito che vinca portandosi a casa la maggioranza dei seggi finisce per alterare il confronto politico: nel partito che aspira a vincere alimenta i conflitti interni, negli altri favorisce la frammentazione

10  L’altra importante obiezione della Consulta al Porcellum riguarda le lunghe liste bloccate, che non permettevano all’elettore di riconoscere il futuro eletto. La soluzione del capolista bloccato e delle preferenze per tutti gli altri non è un ibrido al ribasso? Soddisfa le indicazioni della Consulta?
I collegi più piccoli e la soluzione “ibrida” prevista (capilista bloccati e preferenze) migliorano la situazione rispetto alle lunghe liste bloccate della legge Calderoli, ma non favoriscono gran che la chiarezza dei rapporti fra elettori ed eletti. Ma non penso che questo sia un grave problema di costituzionalità, anche se dubbi ci possono essere

11 L’Italicum prevede la possibilità di candidature plurime per il posto di capolista. Con il rischio che un elettore scelga un partito in virtù dell’appeal di un capolista ritrovandosi poi ad eleggere un altro candidato. Questo non va contro l’indicazione della Consulta sulla riconoscibilita?
Certamente le candidature plurime sono un imbroglio per gli elettori, e tendono a “personalizzare” ulteriormente i partiti attraverso il richiamo dei nomi dei leader

12 Il premio di maggioranza, sia in caso di vittoria al primo turno sia in caso di vittoria al ballottaggio, attribuisce alla prima lista un vantaggio alla Camera di circa 25 deputati. Dal momento che la legge è stata pensata soprattutto in chiave di governabilità, non è un margine troppo esiguo?
25 seggi di vantaggio per la maggioranza rispetto alle opposizioni non sono un margine esiguo: il problema è la forzatura di una maggioranza che può non essere tale, e per di più monocolore

13 L’Italicum vieta espressamente gli apparentamenti tra partiti tra il primo e l’eventuale secondo turno di ballottaggio, apparentamenti consentiti in altri sistemi con ballottagio. Non si rischia in questo modo di comprimere troppo il confronto democratico dando tutto il potere ai partiti maggiori?
Esattamente: si ha una forzatura della dialettica politica, a spese anche delle posizioni “di mezzo” (che talvolta sono le più ragionevoli), e con un risultato di forte concentrazione del potere legislativo e di governo in capo ad un solo leader di partito

14 Non è anomalo posticipare l’entrata in vigore dell’Italicum al luglio 2016 privando il Paese di un efficiente sistema elettorale in caso di necessità?
Il rinvio ha avuto evidenti ragioni strumentali. In ogni caso il sistema elettorale uscito dalla sentenza della Corte costituzionale sarebbe in grado di funzionare

15L’Italicum vale solo per l’elezione della Camera dei deputati dal momento che c’è un legame politico con la riforma costituzionale ora all’esame del Senato per la terza lettura che abolisce il Senato elettivo trasformandolo in Camera delle Autonomie. Non è irrazionale, nel caso in cui la riforma costituzionale non andasse in porto, andare a votare con due sistemi diversi (l’Italicum per la Camera e il proporzionale Consultellum per il Senato)?
È un’anomalia approvare una legge elettorale dando per presupposto che il Senato sarà riformato: le leggi non si fanno “in attesa di una (altra) riforma”. Sarebbe stato forse più ragionevole condizionare l’entrata in vigore della legge alla previa approvazione della legge sull’elezione del Senato. In ogni caso, se si dovesse votare prima che entri in vigore la riforma del Senato, avremmo due sistemi elettorali diversi per le due Camere (uno col premio di maggioranza, l’altro proporzionale quasi puro), ma comunque entrambi in grado di funzionare. Non è detto che sia per forza un male

16 C’è il rischio di introdurre un presidenzialismo di fatto con il maggioritario Italicum e una sola Camera elettiva, come sostengono gli oppositori di questa riforma elettorale?
La parola “presidenzialismo” è altamente equivoca. In realtà questa legge tende più a quello che Leopoldo Elia chiamava il “premierato assoluto”, cioè una forma di anomala concentrazione del potere politico (di Governo e parlamentare) in capo ad un premier, capo di un partito che potrebbe non rappresentare necessariamente la maggioranza degli elettori e dei votanti. Il governo parlamentare esige confronto continuo nella sede della rappresentanza (il Parlamento) sugli indirizzi e sulle misure da adottare, capacità dell’esecutivo di conservare e di allargare il consenso, e anche capacità di mediazione sui contenuti (non sulla spartizione dei posti)