mercoledì 13 maggio 2015

Il Sole 13.5.15
Boicottati i test Invalsi, l’ira del ministro


ROMA Sembra andata a segno la contestazione degli studenti delle superiori contro i test Invalsi. La conferma è arrivata ieri direttamente dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: «Vorrei denunciare un fatto gravissimo: il boicottaggio dei test Invalsi. Strumentalizzare questa questione significa speculare sul futuro dei ragazzi», ha affermato la titolare del Miur al temine del confronto governo-sindacati sul Ddl “Buona scuola”.
Il ministro ha successivamente fornito i dati sugli effetti della protesta: «Collegare il momento delle prove Invalsi alla discussione in corso sulla Buona scuola è inaccettabile» ha spiegato, sottolineando che i test hanno avuto sempre una partecipazione del 96% mentre quest’anno la percentuale si è attestata, con un consistente calo, all’80 per cento. Quanto all’adesione degli studenti, il ministro ha osservato che «spesso i ragazzi rispondono anche alle indicazioni che arrivano».
Il botta e risposta tra il Governo e le organizzazioni che hanno promosso il boicottaggio era cominciato presto, all’annuncio della protesta e man mano che filtravano le prime notizie sulle adesioni. Il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, scriveva su Twitter: «Si può essere contro il governo, legittimo. Ma boicottare le prove Invalsi è indecente. È ingiusto per i ragazzi». La mobilitazione è andata in scena dalla mattina, quando in tante seconde classi delle superiori - dove l’Invalsi aveva programmato le due prove di Italiano e Matematica, più il Questionario studente - gli alunni non si sono presentati.
Reazioni sono arrivate anche dal fronte dell’opposizione: «Se è già grave il boicottaggio dei test Invalsi, che sono uno strumento utile ad analizzare, su scala nazionale, il livello di apprendimento degli studenti e dunque lo stato di salute delle competenze maturate, bloccare gli scrutini sarebbe gravissimo», ha detto Elena Centemero, responsabile nazionale scuola e università di Forza Italia.