il Fatto 31.5.15
Tragedia
a Repubblica: il Papa legge Il Messaggero
di Marco Palombi
Molti testimoni che nelle ultime 48 ore si sono trovati a passare in largo Fochetti, Roma, piazza che ha l’onore di ospitare Repubblica, riferiscono d’aver udito distintamente sospiri, forti singhiozzi, frasi sconnesse, voci rotte dal pianto. Niente di grave, per carità, ma al quotidiano di Carlo De Benedetti hanno scoperto una terribile notizia: martedì scorso avevano comprato un’intervista al Papa da un quotidiano argentino, sistemata in una ponderosa doppia pagina, per togliersi una soddisfazione: “Giornali? Leggo solo Repubblica”, diceva infatti Bergoglio nel testo (e in un apposito titoletto). Poi, venerdì, la tragedia: “È stato un lapsus”, ha rivelato l’agenzia cattolica Zenith, perché in realtà Francesco legge solo Il Messaggero. Non si tratta solo di una curiosità, ma del capovolgimento di tutto un mondo mentale: il Papa, per dire, confonde il pensoso Ezio Mauro con l’agile Virman Cusenza; preferisce Branko all’Amaca di Michele Serra; si sfizia con le cronache locali da Frosinone mentre Federico Rampini, intellettuale cosmopolita e di proverbiale eleganza dégagé, non vuole vederlo neanche dipinto. A Repubblica l’hanno presa male. C’è da capirli, ma la cosa potrebbe peggiorare: tra poco si scoprirà che Bergoglio preferisce Fregene a Capalbio, Barbara D’Urso a Fabio Fazio, Oscar Giannino a Zygmunt Bauman. E, poi, il colpo finale, la tragedia: quando ha chiamato Eugenio Scalfari, in realtà il Papa voleva parlare con Caltagirone.