domenica 31 maggio 2015

Il Papa elenca «tutti gli attentati alla sacralità della vita umana», li scandisce: «È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia. Al contrario amare la vita è sempre prendersi cura dell’altro, volere il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente».

Il Sole Domenica 31.5.15
#Nati per amare
di Gianfranco Ravasi


L’uomo è nato per amare, ecco quant’è semplice il fondamento dell’esistenza. Per questo il cuore batte, questa strana bussola, grazie a lui ci orientiamo tra le nebbie più fitte, a causa sua ci smarriamo e moriamo in pieno sole.
È vero: l’amore è la bussola della vita, molto più di quanto lo sia la ragione. E come tutti gli strumenti umani, può guastarsi e farci perdere la strada dell’esistenza. È ciò che intuisce il ragazzo protagonista del romanzo Il cuore dell'uomo (2011), opera di una delle voci più alte dell’attuale panorama letterario nordico, l’islandese Jón Kalman Stefánsson. Attraverso l’amicizia egli scoprirà la profonda e ultima ragione di vita: noi siamo nati per amare. Questa vocazione, però, non si attua come in una passeggiata, perché comprende un itinerario affascinante ma tormentato, sospeso spesso su abissi tenebrosi. Eppure, se la bussola dell’amore funziona bene, riusciremo persino a varcare l’ultima voragine, quella della morte, e – come dice quel ragazzo – «non ci spegneremo, forse semplicemente ci trasformeremo in musica».