Corriere La Lettura 3.5.15
In lode del traduttore (che non è un traghettatore)
Se risulta che, in gran parte dei Paesi europei, raramente un traduttore letterario di professione supera in un anno i 20 mila euro di reddito lordo, non c’è molto da stare allegri. Per di più, oltre a essere mediamente poco considerati dal punto di vista economico, i traduttori sono spesso anche invisibili. Non figurano in genere sui frontespizi (da cui si ricava tra l’altro la citazione bibliografica e la scheda catalografica di un libro) e non sono menzionati nei testi o nei saggi tradotti, per una generalizzata negligenza o per mancanza di abitudine. Tutto questo è lo specchio di una cattiva cultura, che tende di fatto a sottovalutare il ruolo creativo del traduttore, riducendolo a un semplice traghettatore di testi da una lingua all’altra. Perché non riconoscere loro una maggiore dignità a tutti i livelli e una maggiore visibilità sui vari supporti?