domenica 31 maggio 2015

Corriere La Lettura 31.5.15
Il dottor Jekyll si trasforma: il suo video è subito virale
Robert Louis Stevenson al tempo di Internet
di Clara Sanchez


La scorsa notte non sono riuscito a chiudere occhio pensando al mio buon amico, il dottor Jekyll. Diventa ogni giorno più strano, non vuole vedermi e non risponde ai miei WhatsApp, eppure sono sempre stato il suo più fedele confidente. Sono solo riuscito a parlare con il maggiordomo che mi ha raccontato che trascorre le giornate chiuso nel suo studio, con le tende tirate, davanti al computer. Come se la sua anima si fosse persa dentro lo schermo e non sapesse più come uscirne. «Internet lo sta fagocitando», mi ha rivelato. A suo dire, l’unico che può avere accesso a questo mondo appartato e tenebroso, e sempre dalla porta sul retro, è un certo Mr. Hyde. Un mistero che non mi dà pace, perché con uno strano testamento, sul quale ha sempre rifiutato di darmi spiegazioni, è a lui che lascia l’intera sua fortuna.
E se questo Hyde lo plagiasse mostrandogli la via dei piaceri proibiti e della fuga dalla realtà attraverso gli intricati e perversi labirinti della rete di cui tanto si parla? Antri in cui si nascondono desideri inconfessabili, bramosie sessuali e perfino istinti omicidi in persone annoiate, all’apparenza normali ma dall’animo debole e incerto. E Jekyll, che oltretutto è nel bel mezzo della crisi di mezza età, mi è sempre parso un po’ annoiato. Avrebbe solo bisogno di una piccola spinta, magari da qualcuno più giovane e spavaldo come Hyde.
Povero dottore, basta dare un’occhiata alla sua bacheca Facebook per capire quanto sia buono e di animo nobile. Sommerge di lodi i colleghi senza lesinare complimenti, posta foto di animali e link a cause umanitarie. Non c’è Ong di cui non si interessi. E non fidatevi della foto! Non gli rende giustizia. In realtà è alto, robusto e di bell’aspetto, con una totale assenza di vanità. Tutto il contrario del suo misterioso amico Edward Hyde che, benché più giovane di lui, risulta sgradevole alla vista, basso, gracile e molto pallido. A volte appare sullo schermo con un cappello che gli nasconde il volto, forse per sembrare più interessante. Le sue opinioni sui delitti più efferati sono maligne e bellicose, volte a seminare zizzania e a provocare gli altri con commenti violenti e diffamatori. È cosi pieno di ira che riesco a sentirla fino a qui. Mi auguro di non trovarlo mai sulla mia strada.
Sono diversi giorni ormai che osservo il loro rapporto malsano attraverso i profili Facebook e i rispettivi siti internet e mi rendo conto con crescente apprensione che mentre il mio amico ha smesso di postare notizie di disastri ecologici e caricare foto di animali che un tempo tanto amava, Hyde è senza freni. Le sue pagine sono un ricettacolo di idee malsane su assassini seriali e maniaci costantemente alimentate da commenti sempre più sgradevoli e disumani. Ha persino esteso la sua area di influenza a Twitter, conquistando un notevole numero di follower. In quali affari si sarà cacciato Jekyll? Come fa Hyde a esercitare un tale potere su di lui? È terribile doverlo ammettere, ma la cattiveria piace. E Jekyll continua a vivere rintanato nel suo studio tanto che bisogna lasciargli i pasti fuori dalla porta.
È stato proprio un commento di Hyde a un recente assassinio e il timore che potesse fare del male al mio amico a indurmi a chiedere aiuto a un hacker. Se fosse riuscito a svelare l’anima torbida di Hyde avrei potuto mostrarla a Jekyll in tutta la sua bassezza.
Non avete idea delle scene macabre e ripugnanti che mi è toccato sorbire. L’hacker mi ha fatto strada in una vegetazione sempre più nauseante, finché in un angolo di marciume non è apparso questo video.
Hyde è davanti allo schermo, nello studio del dottore, sudato e pallido come un vampiro e con il corpo scosso da brividi. In una mano tiene un bicchiere in cui versa prima della polvere contenuta in una cartina e poi un fluido. Il liquido diventa rosso ed effervescente, poi cambia di nuovo colore e dal porpora passa al verde acqua. Hyde ingoia tutto d’un fiato il contenuto del bicchiere e grida di dolore. Con la bocca spalancata e gli occhi iniettati di sangue si aggrappa al tavolo per non cadere. Il corpo è colto da fremiti e comincia a trasformarsi. Il volto si contorce per poi riprendere forma. Ma a quel punto non è più lui. Non è più basso e gracile. È alto, robusto. È diventato Henry Jekyll!
Dopo aver assistito con orrore al video, quella notte stessa sono corso da lui. «Aprimi, Jekyll», ho gridato fuori dalla porta. «Perché? Perché lo stai facendo?».
«Perché protetto dal mio impenetrabile mantello mi sento al sicuro», l’ho sentito sussurrare. «Perché con un altro profilo e un altro nome posso essere quello che sono».
Purtroppo, e come era da prevedersi, il video, appena è stato condiviso, si è trasformato in un fenomeno virale.
(traduzione di Rossana Ottolini)