sabato 9 maggio 2015

Corriere 9.5.15
«Più rigorosi che con i cittadini»
Dice al Corriere la presidente della Camera, Laura Boldrini: «Votare la fine dei vitalizi per gli ex parlamentari condannati è un segno di moralizzazione chiesto dai cittadini».
intervista a Laura Boldrini


«Siamo stati rigorosi I cittadini condannati prendono la pensione Ora i parlamentari no»
ROMA «Mai era stato deciso un provvedimento di questo genere».
Non è un compromesso al ribasso, presidente Laura Boldrini?
«Il partito del “non è mai abbastanza” sarà sempre in agguato, pronto a sminuire qualsiasi cambiamento. L’ufficio di presidenza della Camera e il consiglio di presidenza del Senato hanno approvato una delibera che non ha precedenti. Votare la cessazione dei vitalizi per gli ex parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi è un segnale di discontinuità e moralizzazione della politica chiaro e forte, che va incontro alle richieste di centinaia di migliaia di cittadini».
Il presidente Grasso ha detto “io volevo di più”. E lei?
«Abbiamo condiviso tutti i passaggi del lavoro istruttorio, con l’obiettivo di scrivere una delibera che desse un segnale chiaro e forte, riducesse i dubbi di costituzionalità e trovasse il consenso dei gruppi. Conta il risultato e di questo sono grata all’ufficio di presidenza».
Non le dispiace che l’abuso d’ufficio sia rimasto fuori dall’elenco dei reati?
«Abbiamo voluto fare una scelta sui reati gravi e gravissimi, mettendo dentro mafia, terrorismo, corruzione, concussione, omicidio... L’abuso di ufficio è un reato grave, ma non a questo livello».
Difficile spiegarlo ai tanti cittadini per i quali il vitalizio andrebbe tolto anche ai parlamentari onesti.
«A un cittadino italiano che ha versato i contributi e poi si è macchiato di un crimine grave, quando esce dal carcere la pensione non gliela leva nessuno. Noi invece siamo più rigorosi. Al parlamentare che pure ha versato i contributi e si macchia di reati gravi, il vitalizio non glielo a diamo più».
Per i cinquestelle è solo «una farsa».
«Se dicono che è una farsa, sbagliano».
Grillo ci è andato pesante con gli insulti.
«Chi insulta è libero di farlo. Ma io ho un altro stile e non replico, preferisco ragionare».
Un anno di tira e molla per arrivare alla meta.
«Non è stato un anno di tira e molla. Prima c’è stata l’istruttoria del collegio dei questori, poi il presidente Grasso e io li abbiamo incontrati congiuntamente, quindi sono stati chiesti dei pareri ad alcuni costituzionalisti. E i pareri forniti sono stati di stampo diverso».
I partiti hanno fatto ostruzionismo?
«Ci sono state posizioni diverse, perché alcuni volevano la legge invece della delibera e altri sostenevano che il contenuto della delibera non fosse abbastanza. Ma non mi sento di dire che i partiti hanno ostacolato, la materia era complicata ed era giusto approfondire. Comunque sulla necessità di farlo tutti hanno concordato e io sono contenta del risultato».
Ritiene giusto che i riabilitati abbiano il vitalizio?
«Bisogna fare chiarezza. La riabilitazione è un istituto giuridico che consente al condannato, che abbia scontato la pena e dato segni di ravvedimento, di essere ripulito di tutti gli effetti penali della condanna. Non è una misura estemporanea affidata alla Camera, ma una decisione del Tribunale di sorveglianza. Non dobbiamo farla passare come una scorciatoia, perché non lo è».
Cuffaro, Previti, Dell’Utri, Berlusconi e altri lo perderanno, mentre Nania, Pomicino, Maroni e Martelli no. La soglia minima di due anni non è bassa?
«Non abbiamo preso questa decisione avendo in mente dei casi specifici. E non è un provvedimento che mira alla spending review, è un segnale di moralizzazione. La delibera parla chiaro: chi si è stato condannato per i reati previsti perderà il vitalizio. Le Camere hanno 60 giorni per l’istruttoria».
Per De Lorenzo è un diritto inalienabile. Teme ricorsi?
«La possibilità di ricorrere c’è sempre, ma non per questo le cose non si devono fare. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità ed è sempre meglio rischiare che stare fermi».
Sposetti parla di «diritto alla sopravvivenza»...
«Una cosa è il parlamentare che versa i contributi e ha diritto ad avere il suo vitalizio. Altra cosa è chi ha commesso dei reati. Noi non abbiamo fatto altro che seguire la Costituzione, dove è scritto che le funzioni pubbliche vanno svolte con “onore e disciplina”».
Avete accelerato perché ci sono le Regionali?
«No, l’istruttoria è iniziata quasi un anno fa e ci vuole molta fantasia per arrivare a questa conclusione. Non si può sempre cercare una lettura diversa dal reale».
Sui vitalizi dei parlamentari non condannati si può tagliare ancora?
«È ora di fare chiarezza. Mentre prima il sistema era abnorme, oggi non è più così. Il Parlamento ha già riformato nel 2012 i vitalizi, introducendo il sistema prevalentemente contributivo».
La «casta» riuscirà mai a fare pace con i cittadini?
«La chiama casta chi non vuole prendere atto del cambiamento. Per quanto mi riguarda sarò sempre attenta alle istanze che vengono dalla società civile, cercando di declinare al meglio il ruolo del parlamentare, perché i cittadini possano apprezzarlo» .
Altri tagli in vista?
«Alla Camera nei primi due anni abbiamo risparmiato 138 milioni e nel bilancio del 2015 approveremo ulteriori risparmi. Con la riforma delle retribuzioni tra Camera e Senato abbiamo risparmiato 97 milioni in quattro anni. Ma una cosa è la spending review e un’altra è lo stop ai vitalizi per i parlamentari condannati. In questo caso l’obiettivo principale è darsi nuove regole, eliminando ciò che non è più accettabile».