giovedì 28 maggio 2015

Corriere 28.5.15
Così il premier è chiamato in causa
Le due opzioni del giudice ordinario
di Dino Martirano


ROMA Tutte le strade del caso De Luca (condannato in primo grado per abuso d’ufficio e ora in corsa per la poltrona di governatore della Campania) portano a Roma. Perché — secondo le regole della la legge Severino — è il presidente del Consiglio, su relazione del prefetto e sentito il ministro dell’Interno, che deve procedere alla sospensione immediata per 18 mesi dell’amministratore condannato. In alternativa, la legge Severino può sempre essere modificata (è stata ventilata l’ipotesi di un decreto) nella parte in cui inibisce le cariche elettive anche ai condannati in primo grado per abuso d’ufficio.
Tra i due estremi — sospensione e leggina — c’è una terza via che è allo studio dei tecnici. De Luca verrebbe sospeso ma con un provvedimento a «scoppio ritardato», tale da consentirgli, in caso di vittoria, di nominare in tempi rapidi un suo vice per la formazione della giunta. Poi scatterebbe la sospensione dalle funzioni.
A parere di Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia della Camera, De Luca «per essere sospeso deve prima essere proclamato e insediato...Mentre è l’Autorità giudiziaria che deve comunicare al prefetto gli estremi della condanna...». In altre parole, il presidente del Consiglio non potrebbe agire a tamburo battente per sospendere chi non è in regola con la legge Severino.
Di opposto parere l’avvocato Gianluigi Pellegrino — che a nome del Movimento per la difesa del cittadino ha promosso e vinto il ricorso davanti alle Sezioni unite della Cassazione per far spostare dal Tar al giudice ordinario la decisione sulla sospensione degli amministratori locali condannati — che spiega: «La sospensione deve essere immediata e in ogni caso il provvedimento del presidente del Consiglio deve essere fatto a ridosso della proclamazione degli eletti. Inoltre lo Statuto della Regione Campania prevede che il neo governatore possa procedere alle nomine solo dopo lo svolgimento del primo consiglio regionale. Quindi un rinvio sarebbe una forzatura».
Dunque qual è la sorte di De Luca nel caso dovesse essere incoronato governatore? Alla luce della sentenza delle Sezioni unite, la cui motivazione potrebbe arrivare già domani, ci sono due scenari principali: il giudice civile di Napoli (e non più il Tar), investito del ricorso, decide di sospenderlo; oppure lo stesso giudice sospende gli effetti della legge Severino, rimettendo gli atti alla Consulta: in questo caso De Luca rimarrebbe al suo posto in attesa della Corte.
La decisione delle Cassazione è più pesante per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris (condannato in primo grado ma reintegrato dal Tar Campania) che ora avrà 30 giorni di tempo per conoscere la decisione del giudice civile sul suo reintegro. Non si capisce invece che fine farà la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tar Campania (allora legittimato) partendo dal caso De Magistris. In ogni caso, La Corte Costituzionale dovrà esaminare la questione di legittimità costituzionale sulla legge Severino sollevata dalla corte d’Appello di Bari sul caso di un candidato pugliese.