Corriere 20.5.15
Italia in trincea, gli errori e gli orrori
Il saggio di Lorezo Del Boca sulla Grande Guerra
di Paolo Rastelli
I generali? Un branco di incapaci, a cominciare dal «supremissimo» Luigi Cadorna ( nella foto ). I politici? Gente interessata a guadagni territoriali, senza preoccuparsi dell’eventuale prezzo di sangue da pagare. Gli industriali? Personaggi che puntavano sulla guerra per sviluppare le loro fabbriche asfittiche e per questo finanziarono largamente gli apprendisti stregoni dell’interventismo. Non assolve nessuno l’ultimo libro del giornalista Lorenzo Del Boca dedicato all’Italia nel primo conflitto mondiale ( Maledetta guerra , Piemme), considerato «un bagno di sangue gratuito ai danni di quattro generazioni di contadini che desideravano solo stare in pace».
Del Boca, quando si occupa di storia, ha da tempo scelto la dissacrazione del mito come approccio e la rabbiosa ironia come linguaggio, sia che si tratti del Risorgimento ( Maledetti Savoia e Indietro Savoia ) sia che si parli di Italia repubblicana ( L’Italia bugiarda ). Ma stavolta si è davvero superato, demolendo tutto, a cominciare dall’irredentismo, ossia la stessa ragion d’essere della guerra italiana così come è stata raccontata a generazioni di scolari, la liberazione di Trento e Trieste dal giogo austriaco e il completamento delle lotte risorgimentali.
«Un concetto del tutto astratto, che facciamo fatica a spiegare oggi, figuriamoci cosa ne poteva capire un popolo in gran parte analfabeta come quello italiano nel 1915. In realtà gli italiani che erano sotto gli austriaci erano in maggioranza ben contenti di restarci, sia in Trentino che sui confini orientali», dice Del Boca. Che arriva addirittura ad accusare il governo dell’epoca, o almeno i suoi servizi segreti fin da allora «deviati», di aver assassinato Alberto Pollio, il predecessore di Cadorna nella carica di capo di stato maggiore, perché era un convinto «triplicista» e quindi un ostacolo al rovesciamento di alleanze e all’entrata in guerra al fianco di Francia, Gran Bretagna e Russia.
Nel libro non manca nulla delle sventure e vergogne addebitate alla nostra classe politico-militare: l’incompetenza che si traduceva in sanguinose offensive senza senso, la crudeltà delle fucilazioni e decimazioni, la vigliaccheria nella disfatta di Caporetto. Insomma, un libro adatto a quegli italiani che pensano sempre il peggio di chi li governa e quindi in definitiva di se stessi. Non sono pochi.