lunedì 18 maggio 2015

Corriere 18.5.15
Il deputato che dà voce alla protesta «A Mentone rivogliamo il confine»
Il presidente delle Alpi Marittime: venga chi ha diritto, gli altri a casa
di Francesco Alberti


MENTONE Al bar La Grotta, tra le rocce che incorniciano la frontiera di montagna tra Italia e Francia, i clandestini sono ombre che si dileguano al primo levar del sole, ma per tutta la giornata danzano nei discorsi degli avventori. «Lei è mai stato nelle nostre spiagge, da Mentone a Roquebrune fino a Cap Martin? E ha mai visto un ambulante, un vu’ cumprà , come li chiamate in Italia? Neanche uno, stia sicuro. E allora può immaginare la nostra opinione su questa trovata europea delle quote: pessima...».
Come Thomas la pensano migliaia di francesi che vivono e prosperano nonostante la crisi in questo paradiso dove il cielo si confonde con il mare. Eppure da qualche settimana le loro certezze stanno scricchiolando. «E’ di notte che si capisce che qualcosa sta cambiando, i primi treni dell’alba in arrivo da Ventimiglia sono monopolio di nordafricani di ogni tipo, c’è la famigliola in cerca di lavoro, ma anche malintenzionati, per non parlare del ritorno dei passeurs , che in tutto ciò speculano» sospira Jacques, che giù a Mentone ha una bottega di artigianato. E un signore al suo fianco: «Noi le quote le abbiamo già: arrivano ogni notte da Ventimiglia, ma a nessuno frega niente...». Non sembrerebbe.
Basta mettere il naso fuori dal bar e ci si imbatte in uno spiegamento di forze che di ordinaria amministrazione non ha nulla. Il confine di montagna e quello a livello del mare sono blindati 24 ore su 24.
Schengen non si tocca, a parole. Ma le maglie si stringono sempre più. Non siamo ai respingimenti di massa, ma il numero dei migranti che partono da Ventimiglia per poi farvi ritorno qualche ora dopo — chi furibondo, chi disperato — sta aumentando. Il quotidiano Nice-Matin ieri titolava «Surprise Valls» l’arrivo del primo ministro francese in queste terre di frontiera. Una sorpresa dovuta, più che alla presenza (era diretto al Festival del cinema a Cannes), alla perentorietà con la quale Valls ha di fatto affossato il fresco accordo in sede europea sulle quote. L’idea di distribuire i non regolari sulla base di criteri quali il numero degli abitanti, il Prodotto interno lordo e i tassi di disoccupazione è stata liquidata dal primo ministro sotto la voce «sistema non equo».
Il furgone di polizia comparso giorni fa davanti alla stazione di Mentone è una novità rassicurante per la gente di qui. «Svolgono un controllo capillare — raccontano al bar Terminus —, alcuni clandestini sono stati rispediti indietro». Éric Ciotti, presidente del dipartimento delle Alpi Marittime, ha colto al volo gli umori della gente di qui: «E’ una situazione d’estrema tensione — ha affermato al Nice-Matin —. Giusto accogliere quelli che hanno titolo per l’asilo politico, gli altri vanno respinti». E nel caso lo scenario peggiorasse, ha aggiunto, «si potrebbe arrivare al ripristino della frontiera come prevede la clausola di salvaguardia». Una linea che sta facendo proseliti.
Il deputato di Nizza, Christian Estrosi, ha consegnato a Valls una proposta di legge che estende i controlli ai migranti fino a 20 chilometri dal confine. «Il problema — spiegano al mercato coperto di Mentone — è che se un clandestino supera le maglie alla frontiera e raggiunge Nizza, poi diventa un invisibile». Come dire: la partita si gioca qui, e nessuno farà sconti.