venerdì 15 maggio 2015

Corriere 15.5.15
«Il Terzo Segreto di Satira» lontano dai graffi di YouTube
di Aldo Grasso


Con #democraziaportamivia Pietro Belfiore, Davide Rossi, Davide Bonacina, Andrea Fadenti e Andrea Mazzarella, in arte «Il Terzo Segreto di Satira», sono sbarcati su laEffe (canale 50 del Dtt e 139 di Sky, ore 21.05) per posare il loro sguardo irridente su alcune ossessioni della democrazia assembleare: lo «spazio okkupato», l’Italicum, le dinamiche di voto, le manie delle minoranze impegnate.
Ormai la nuova generazione di comici nasce tutta su YouTube e, di conseguenza, dimostra più coscienza del mezzo, maggiore padronanza della retorica tv, un’estrema affinità con il mondo giovanile senza dover fatalmente ricorrere ai tormentoni o alle battute troppo scritte. Basta, appunto, andare su YouTube e vedere alcuni irresistibili sketch del «Terzo segreto di Satira»: Mara Venier che intervista Bin Laden, i diari segreti di Berlusconi, il testamento di Gheddafi. Per non parlare del militante «dalemiano», del «Favoloso mondo di Pisapie», del decalogo «Chi non può votare?» (riproposto mercoledì sera).
La tv «larga», però, è altra cosa e il gruppo ha sofferto di alcune ingenuità strutturali (un conto è fare alcune apparizioni all’interno di un programma, un conto è concepirne uno). Per esempio le interviste a Serena Dandini, Sergio Staino, Corrado Formigli e Paolo Rossi hanno appesantito il programma, marcandolo ideologicamente e trasformandolo in una sorta di «Zelig» di sinistra. Il pezzo di Formigli, così autoelogiativo, così serioso, svigoriva ogni osservazione sui vizi della sinistra: il primo da spernacchiare era proprio lui, il conduttore di «Piazzapulita».
Anche lo sketch sui testimoni di varia appartenenza politica (un Rashomon sul licenziamento di un collega) appariva facile e scontato, lontano dal graffio di YouTube. Il grande merito de «Il terzo segreto di Satira» è quello di saper cogliere il ridicolo involontario che sempre ci accompagna. Dote che si è un po’ appannata nella tv «larga».