domenica 10 maggio 2015

Corriere 10.5.15
Scuola, quattromila assunti in più e docenti valutati anche dai genitori
Modifiche alla riforma. Si innalza la detrazione fiscale per chi manda i figli alle paritarie
di Claudia Voltattorni


ROMA La Buona Scuola è pronta. Ora la palla passa alla Camera. Ieri la VII commissione Istruzione e Cultura di Montecitorio ha votato e approvato tutti gli articoli del ddl licenziato dal governo il 12 marzo. «Sulla riforma della scuola andiamo avanti, non ci fermano le proteste», aveva detto il premier Matteo Renzi. Ma qualche passo indietro da quel ddl 2994 approvato dal Consiglio dei ministri è stato fatto. Forse anche grazie agli incontri tra Pd, sindacati e associazioni all’indomani dello sciopero del 5 maggio che ha portato 500 mila persone in piazza in tutta Italia.
Prima di tutto gli idonei del concorso 2012: non erano previsti nei 100.701 precari da assumere entro il primo settembre 2015 e lo stesso Renzi ricordava che «idonei non significa vincitori». Invece, su spinta di Forza Italia (Elena Centemero), la commissione ha deciso che i circa 4.000 idonei saranno assunti nel 2016. Inoltre, è stato stabilito che il prossimo concorso della scuola pubblica — dal 2016 ogni tre anni è l’unico modo per arrivare in classe senza più graduatorie — sarà solo per docenti abilitati i cui titoli saranno valutati con un punteggio ad hoc così come gli esami fatti durante la carriera e gli anni di servizio. Per quanto riguarda invece il modo di diventare insegnanti, se ne occuperà il governo con una delega completamente riscritta. Chi vuole insegnare nella scuola superiore deve avere una laurea e dopo un concorso a numero chiuso avrà un contratto di apprendistato di 3 anni durante i quali affiancherà un docente in aula. Alla fine verrà valutato e il suo contratto diventerà a tempo indeterminato.
Ogni neoassunto finirà negli albi territoriali, più ristretti rispetto alle Province, dai quali i dirigenti scolastici di una rete di scuole potranno «individuare» il docente più adatto. I prof stessi potranno inviare il proprio curriculum al preside della scuola in cui vorrebbero insegnare. Se però il preside non trova il prof che cerca, sarà l’ufficio scolastico provinciale ad assegnargliene uno.
Ma il preside non dovrà fare tutto da solo. Sarà il «sindaco» della sua scuola e avrà la responsabilità dell’autonomia, ci tengono a sottolinearlo i deputati pd che da settimane esaminano il ddl, ma sarà un po’ meno «tuttofare». La «nuova» Buona Scuola prevede infatti una scuola «comunità» in cui ogni componente faccia la sua parte. Quindi docenti, studenti e genitori nel consiglio d’istituto approvano il piano d’offerta formativa triennale. Non solo. Eleggono il comitato di valutazione che decide i criteri attraverso i quali premiare i prof più meritevoli, assegnando il bonus dei 200 milioni annui stanziato per riconoscere la qualità del lavoro svolto a scuola. Gli stessi prof, alla fine dell’incarico triennale, saranno valutati dal preside, due docenti, due genitori (o un genitore e uno studente alle superiori) ed eventualmente il loro incarico sarà rinnovato. Anche il preside sarà giudicato alla fine del mandato triennale. E ci saranno più ispettori: il Miur ne incaricherà circa altri 100.
Si innalza infine anche alle scuole superiori la detrazione fiscale per chi manda i figli alle paritarie: fino a un massimo di 400 euro per figlio viene detratto il 19%. Approvato l’aumento del fondo perequativo del 5x1000 dal 10 al 20% da destinare alle scuole più disagiate.«È stato un lavoro utile e costruttivo — dice il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone —, con una grande collaborazione tra maggioranza e opposizioni: siamo stati veloci ma attenti».