martedì 7 aprile 2015

Repubblica 7.4.15
Cengiz Candar
“Il governo ha paura delle elezioni”
Il voto potrebbe terminare con un risultato non gradito
Per questo vuole bloccare le fonti di informazione
intervista di M. Ans.


ANKARA . «Il blocco di Twitter e Facebook? E’ il risultato di un clima creato da un governo che ha fatto della lotta contro i social network una routine, e parte della soppressione dei media. In questo contesto l’attacco al pullman del Fenerbahce sembra, più che un atto di hooliganismo, una provocazione legata alla Turchia, alla sua stabilità, alle prossime elezioni».
Chi fa queste osservazioni ha voce in capitolo per dire la sua. È, uno dei massimi opinionisti turchi, inviato di politica estera per il quotidiano Radikal , ma al tempo stesso tifoso del Fenerbahce, di cui è un noto commentatore in tv.
Il blocco dei social da parte del governo è già avvenuto durante la rivolta di Gezi Park.
Cosa succederà adesso?
«Questa è una pratica ridicola. Ma quanto è successo è visto come una prova di quello che il partito al potere e il governo possono tentare di fare durante le elezioni. La maggioranza assoluta non è garantita per il Partito della Giustizia e dello Sviluppo. E il voto potrebbe terminare con un risultato non gradito per il presidente Erdogan. Bloccare i social media è uno dei modi per sbarazzarsi di controlli ed equilibri».
Gli utenti sono però riusciti ad aggirare il sistema. Una sconfitta per chi tenta di bloccarli?
«Sono riusciti a superare i divieti con altre misure elettroniche. E mentre Twitter era bloccato, il capo del principale partito di opposizione, il socialdemocratico Kemal Kilicdaroglu, twittava dicendo che la libertà di espressione non può essere limitata. Così, anche se ci saranno altre restrizioni, molti turchi sono pronti a sfidarle ».
Il premier Davutoglu ha tolto l’accredito ai media ai funerali del giudice ucciso parlando di “propaganda terroristica” per la pubblicazione della sua foto.
«Davutoglu non ha l’autorità morale e politica per farlo. Questa è stata la sua interpretazione sulla conduzione dei media e ciò non ha nulla a che fare con i fondamenti del giornalismo. Sostiene che la foto aiuta i terroristi attraverso una propaganda che vorrebbero fare. Questo non ha senso. Al contrario, mostra la loro aberrazione mentre puntano un’arma alla testa di una persona indifesa. Il governo ha fallito nell’operazione, terminata con la morte del giudice, e Davutoglu nasconde la sua responsabilità dietro l’azione andata male».
Quali sono per lei i motivi dell’attacco al pullman del Fenerbahce?
«E’ stata un’azione terribile, senza precedenti. Un lavoro da professionisti. Fino alle elezioni del 7 giugno ci saranno molti attacchi destinati a polarizzare il Paese e a pregiudicare il risultato del voto».