martedì 7 aprile 2015

il Fatto 7.4.15
La scrittrice Yael Dayan
“Israele, Bibi porterà solo guerra”
di Gianluca Roselli


Netanyahu è un premier che non crede nella pace. Per questo motivo, per Israele, Bibi è una guida pericolosa”. Yael Dayan è la figlia di Moshe Dayan, il generale israeliano famoso per la benda sull’occhio sinistro che, da ministro della Difesa, guidò le truppe nella guerra del Kippur.
Una personalità controversa, quella del generale, che per buona parte della sua carriera politica e militare è stato considerato un “falco”, salvo poi smussare le sue posizioni negli ultimi anni di vita. Sua figlia Yael è una scrittrice e giornalista, da sempre in campo sul tema dei diritti civili. Anche lei in politica, è stata eletta per tre volte alla Knesset, il Parlamento israeliano.
Fra timori per l’accordo fra Occidente e Iran sul nucleare, e le minacce di nuove guerre contro Hamas nella Striscia di Gaza, è ancora Netanyahu a fornire le linee guida della politica di Tel Aviv: e i toni del primo ministro sono sempre molto preoccupati.
Signora Dayan, cosa ne pensa della vittoria di Netanyahu alle ultime elezioni in marzo?
Tutto il male possibile. Bibi ha vinto facendo leva sulle paure ancestrali del popolo israeliano, sul suo timore di perdere la Terra promessa, giocando sull’aumento della sensazione di pericolo. Ha preso molti voti tra le classi meno abbienti e poco istruite, quelle che hanno più paura del mondo arabo. Purtroppo i suoi avversari non sono riusciti a mettere in campo una proposta convincente.
Cosa accadrà ora?
Io sono pessimista. Innanzitutto temo una nuova avanzata dell’occupazione e dei coloni nei territori palestinesi, con tutte le conseguenze che ci si può immaginare. Israele invece dovrebbe ritirarsi dalla Cisgiordania. Inoltre temo un’altra guerra, a Gaza.
Dopo la vittoria elettorale, però, Netanyahu ha già smussato alcune posizioni…
Per fortuna sì, ma questo la dice lunga sul personaggio, pronto a tutto pur di prendere voti. E comunque Israele è una realtà troppo complessa per essere governata da un uomo che va avanti solo con gli slogan.
Bibi è in rotta di collisione anche con l’Amministrazione Obama e l’accordo con l’Iran ha messo altra benzina sul fuoco
Da tempo molti israeliani non percepiscono più gli Stati Uniti come loro protettori. E allora pensano: dobbiamo difenderci da soli. E votano Netanyahu. Senza capire che non è con la guerra o con le posizioni radicali che si può costruire la pace. E la pace per noi non è più un lusso, ma una necessità. La guerra, invece, è un gioco dove perdono tutti.
Netanyahu ha paragonato il leader palestinese Abu Mazen all’Isis.
Incredibile. I paesi arabi moderati temono l’Isis come l’Occidente. Ora sarebbe il momento di costruire un’alleanza tra Israele e i paesi arabi contro l’Isis. Ma questo al momento è impossibile per colpa del nostro premier, che non vuole alcun dialogo.
Si può ancora parlare di processo di pace con il popolo palestinese?
Assolutamente sì. Bisogna lavorare affinché tra i palestinesi si affermino posizioni moderate in modo da facilitare anche la possibilità di uno stato autonomo. Bibi invece ha tolto la speranza al popolo palestinese, che si sente sempre più oppresso. Ma su questo fronte anche Usa ed Europa dovrebbero far sentire più forte la loro voce.
Lei è figlia del generale Moshe Dayan. In Israele è finito il tempo dei militari in politica?
Credo di sì. Premesso che siamo sempre un Paese militarizzato, quando mio padre è entrato in politica erano altri tempi, all’epoca Israele era veramente minacciata, la sua esistenza era in pericolo. Quindi era più normale che un militare fosse anche un leader politico. Ariel Sharon, per esempio, è diventato addirittura primo ministro. Ma ora non ce n’è più bisogno. E infatti da tempo non si vede un militare in un ruolo politico di primo piano.