domenica 5 aprile 2015

Repubblica 5.4.15
“Rispettiamo i partigiani ebrei però c’è chi li strumentalizza”
Gli scontri al corteo del 2014? Fummo noi le vittime, i video lo dimostrano. Ci hanno paragonato a quelli di CasaPound: inaccettabile
intervista di G. I.


L’AGGRESSIONE . al corteo dell’anno scorso? Le vittime fummo noi. Conservo un video che lo dimostra. E alla riunione del 30 non c’è stata nessuna obiezione alla partecipazione della Brigata ebraica». Mino Lisi, 84 anni, è un membro della Rete romana di solidarietà con il popolo palestinese.
Eppure l’Aned, la comunità e la Brigata ebraica hanno annunciato che al corteo non ci saranno. Che ne pensa?
«Ci dispiace molto, perché ricordiamo il contributo degli ebrei alla lotta partigiana, e siamo profondamente rispettosi della tradizione ebraica italiana e in particolare di quella romana, non dimenticando che cosa gli ebrei romani hanno patito a causa del fascismo e delle sue leggi razziali. Quando anni fa c’è stato un rigurgito di antisemitismo qui a Roma con i negozi gestiti da ebrei italiani imbrattati con svastiche, fui tra quelli che organizzarono il circuito antifascista e antirazzista in difesa degli ebrei romani con un seminario nella sede della fondazione Basso: “Antisemitismo, perché, per chi?”».
Quindi le bandiere della brigate ebraica e quella palestinese possono sfilare vicine nel corteo?
«Certo, è quanto sostenuto apertamente nell’assemblea alla Casa della Memoria».
Ma non ci state contestazioni in quella riunione?
«Non sulla partecipazione della Brigata. C’è stato solo un coro di proteste alla fine quando qualcuno ci ha accusato di addurre gli stessi argomenti di CasaPound: inaccettabile proprio per i miei 84 anni».
Ma perchè allora le polemiche e i forfait?
«C’è chi utilizza il 25 aprile e la partecipazione alla guerra di liberazione della Brigata ebraica per introdurre nel corteo la presenza di partigiani dello Stato di Israele contro il quale resiste il popolo palestinese. La Brigata è una cosa, Israele oggi è un’altra».