venerdì 3 aprile 2015

Repubblica 3.4.15
C’è il Comma 22 dietro la strage del volo tedesco
di Enrico Deaglio

ARIPROVA di quanto sostenuto da Borges e Sciascia — i più inaspettati e tragici eventi umani hanno sempre un precedente letterario — anche la vicenda del pilota Andreas Lubitz sta rapidamente uniformandosi alla fantasia di uno scrittore; in questo caso l’americano Joseph Heller, autore nel 1961 di Comma 2-2. Il romanzo narrava le avventure di una squadriglia di bombardieri americani in Italia durante la seconda guerra mondiale. Di stanza a Pianosa, chiamati a sganciare bombe a ritmi sempre più sostenuti, i piloti erano sotto stress ed esposti a rischi sempre più alti. Il comandante, capitano Yossarian, chiede di essere esonerato dal volo in quanto «sta diventando pazzo». È previsto dal regolamento militare («Chi è pazzo può essere esonerato dal volo»), ma smentito dal “Comma 22” dello stesso regolamento: «Chi chiede di essere esonerato dal volo non è pazzo». Il “Comma 22” diventò il simbolo dell’oscena ottusità della guerra.
Nella vicenda Lubitz all’inizio sembrava che il pilota avesse volontariamente nascosto la sua malattia; ma dopo una settimana il quadro si è capovolto: Lubitz aveva correttamente comunicato alla compagnia i suoi problemi di salute, ma questa lo aveva lasciato — o convinto, o forzato? — volare lo stesso. Se in tempo di guerra era: «Se ti dichiari pazzo, non puoi essere esonerato dal volo; sei solo un lavativo», oggi, in tempo di pace, è «anche se sei depresso, non ti paghiamo per stare in panciolle; quindi voli lo stesso». Il “Comma 22” allora permetteva di sganciare il numero programmato di bombe; oggi il Prozac, o qualsiasi altro medicinale Lubitz assumesse, permette di stare nel budget. (Il caso Lubitz però invita a riflettere sui possibili catastrofici effetti collaterali di questi farmaci).
Nei soli Stati Uniti la depressione, malattia in crescita, colpisce 22 milioni di persone, tra cui, ovviamente, i piloti di aereo. Secondo il New York Times , le compagnie americane hanno affrontato l’emergenza allargando le maglie; ovvero, permettono ai piloti di volare anche “sotto Prozac”. (Il film Fly del 2012 con Denzel Washington era anche lui precursore).
Che cosa sia la depressione, naturalmente nessuno lo sa. Ma su un fatto la scienza psichiatrica ufficiale è d’accordo: il depresso è un gran rompicoglioni, un nemico, un pericolo e una fantastica fonte di reddito. Quasi cinquant’anni fa, con la forza di un grande liberatore di coscienze, Franco Basaglia aveva svelato quanto ci fosse di perverso, di autoritario e di classista nella psichiatria: nei suoi cavillosi fondamenti scientifici, nella sua mania classificatoria (le infinite nuances delle psicosi e le loro catalogazioni legali), nella sua volontà di mettere in gabbia la diversità, la troppa sensibilità ai mali del mondo; era difficile, la strada intrapresa da Basaglia, troppo generosa. Il Prozac è più semplice. Il Comma 22 fece vincere la guerra, la pasticca ti mette in grado di precipitare con 150 passeggeri.
Che fare? Come già suggeriva un altro testo profetico, La locomotiva di Guccini: due in cabina. E meno psichiatri aziendali nelle compagnie aeree, aggiungerebbe Basaglia.