Corriere 3.4.15
Dal software apri-cabina ai test sui comandanti
Cosa cambia dopo Lubitz
di Alessandra Mangiarotti
Sul tavolo dell’Agenzia europea per la sicurezza del volo c’è un documento con le proposte formulate dall’aviazione civile italiana dopo la tragedia del volo 4U9525. Tre i punti che si chiede di affrontare durante il vertice del 22 e 23 aprile a Cologna: test psico-attitudinali dei piloti; formazione e reclutamento; sicurezza della cabina di pilotaggio, a partire dalla revisione del software per aprire la porta blindata. Le tre linee guida sono state definite come sintesi di un incontro tra l’Ente dell’aviazione civile(Enac) e i rappresentanti delle compagnie italiane. Dalla prossima settimana faranno da stella polare a un tavolo di lavoro al quale siederanno anche l’aeronautica militare, alcuni centri medici abilitati, le associazioni delle compagnie aeree (Assaereo e Ibar) e quelle di categoria (dai piloti dell’Anpac ai rappresentanti tecnici dei sindacati di categoria). Una task force che ricalca quella annunciata ieri a Berlino dal ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt dopo un incontro con le compagnie del Paese. Ma cosa cambierà da subito?
Sempre due in cabina
Per ora l’unico vero cambiamento è quello contenuto nella raccomandazione provvisoria dell’agenzia Easa: in cabina devono restare sempre due membri dell’equipaggio, uno deve essere un «pilota esperto». Afferma Benedetto Marasà, vicedirettore generale dell’Enac: «Tutte le compagnie italiane ci hanno comunicato che hanno adottato la norma: quando un pilota deve uscire dalla cabina un assistente di volo prende il suo posto». La procedura era già obbligatoria nel caso in cui la porta non fosse sorvegliata da telecamere, ora lo è sempre.
La porta blindata
Non si tocca: «Introdotta dopo l’11 settembre per proteggere la cabina di pilotaggio da eventuali attacchi terroristici, la porta continuerà a essere blindata» spiega Marasà. «Non solo, continuerà a restare normalmente chiusa per tutta la durata del viaggio». Sotto la lente semmai le procedure di apertura in caso di emergenza: «In questo caso stiamo pensando a una revisione del software in modo da permettere sempre a un pilota, e solo a lui, l’accesso in cabina». Aggiunge Marasà: «Il ritrovamento della seconda scatola nera con i dati di volo potrebbe davvero aiutarci finalmente a capire cosa è successo e cosa dobbiamo cambiare».
Verifiche sui piloti
Attualmente i piloti sono sottoposti a controlli della salute generale e solo qualora il medico riscontri qualche anomalia può richiedere verifiche psico-attitudinali. «Abbiamo chiesto alle compagnie informazioni non solo sui regolamenti interni ma anche sulle modalità applicative — dice Marasà —. Il punto fondamentale in discussione è la necessità di introdurre test psico-attitudinali periodici e capire chi li deve fare: servono regole comunitarie e standard condivisi». Il vicedirettore elenca: «In Italia viaggiano circa 148 milioni di passeggeri l’anno (dati 2014): Alitalia ne muove quasi 30 milioni, Ryannair 25 milioni, EasyJet 18 milioni... Ecco: se vogliamo una sicurezza effettiva i piloti italiani come quelli di altri Paesi devono rispettare le stesse regole».
Un ragionamento che il vicedirettore dell’Enac applica anche all’addestramento, al reclutamento e alla formazione: «I percorsi devono essere standardizzati». Con un occhio particolare, in questa fase di grande richiesta, al reclutamento: «Perché oggi, talvolta, avviene tramite “agenzie di collocamento specifiche”, chiamiamole così, che però solo agenzie interinali a tutti gli effetti».
Controllo dei documenti
Ieri il ministro tedesco dell’Interno Thomas de Mazière ha chiesto anche la reintroduzione del controllo obbligatorio dei documenti per chi viaggia in area Schengen, oggi facoltativo: «Dobbiamo sapere, per motivi di sicurezza, chi si trova realmente a bordo di un aereo. Dopo l’incidente della Germanwings, quando abbiamo chiesto la lista dei passeggeri, ci hanno detto che non era del tutto chiaro» ha affermato De Mazière parlando anche delle difficoltà riscontrate per questo motivo nel riconoscimento di alcune vittime.