Repubblica 29.4.15
Roberto Fico, M5s
“La sinistra dem può mandarli a casa ma quelli temono per la poltrona”
intervista di Tommaso Ciriaco
ROMA . Per Matteo Renzi la fiducia è la strada più sicura per incassare il via libera alla riforma elettorale. Per Roberto Fico, membro del direttorio del Movimento, è invece un atto gravissimo: «Con questa mossa il premier ha chiuso con il Parlamento. E con il Pd».
Considera inevitabile una frattura fra i democratici?
«Il Pd non esiste più».
Pensa che la minoranza si opporrà compattamente alla fiducia, mandando in crisi il governo?
«Renzi ha chiuso con il Parlamento. Non vedo perché il Parlamento non dovrebbe chiudere definitivamente con il premier, non votando la fiducia al governo».
Insomma, giocate di sponda con la sinistra dem?
«Non è un gioco di sponda. In Parlamento abbiamo la possibilità - noi, ma anche la minoranza del Pd - di mandare a casa il governo. Domani (oggi, ndr) è una grande opportunità. Le resistenze vere attengono al problema del posto di lavoro. Alla loro poltrona. Non c’è altro motivo per il quale Bersani, Cuperlo, Civati, Fassina, Letta e le rispettive aree non debbano essere conseguenti e votare contro la fiducia. Se hanno il coraggio, possono mettere a repentaglio il loro posto di lavoro e mandare a casa Renzi e Alfano».
Sono in corso contatti tra i gruppi dell’opposizione e la minoranza del Pd?
«No, per quanto ci riguarda il contatto si potrà avere solo in Aula con il voto».
Avete attaccato la gestione dell’Aula di Laura Boldrini con toni al limite dell’insulto. Nessuna autocritica?
«La gestione della Boldrini è indegna. Fa ridere. Usa sempre due pesi e due misure. Quando ha voluto, ha messo la ghigliottina anche se non c’è scritto nulla nel regolamento. Oggi, invece, non ha avuto nulla da dire sulla fiducia, leggendo il compitino scritto dal segretario generale. Eppure la prassi fa riferimento a quanto accaduto durante il fascismo».
Valutate anche la strada dell’Aventino?
«Ci apprestiamo a votare in Aula il no alla fiducia. Se poi ci sarà una riunione per decidere diversamente, vedremo».
Sicuro che sotto sotto l’Italicum non convenga al M5S?
«Non si fa una legge elettorale per la convenienza, ma per il Paese».