Repubblica 29.4.15
“La coop rossa corrompeva politici di tutto il Paese”
La motivazione del riesame sulla Cpl
di Dario Del Porto e Conchita Sannino
NAPOLI La «politica di corruttela» realizzata dagli ex vertici della coop Cpl Concordia «parte da lontano e coinvolge politici e amministratori pubblici di tutta Italia». Parole dure quelle usate dal Tribunale del Riesame, nelle motivazioni dell’ordinanza con cui trasmette per competenza territoriale a Modena gli atti dell’inchiesta condotta dai pm di Napoli Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto.
L’attività finita nel mirino della Procura, scrivono i giudici, «non si ferma nemmeno di fronte ad esponenti delle forze dell’ordine. Dilaga nel settore degli appalti come della politica, intervenendo per aggiudicarsi i primi ed orientare la seconda, coinvolgendo finanche ambasciatori». Quanto avvenuto in Campania, avrebbe, dunque, solo «replicato uno schema collaudato». Da qui, la decisione di inviare a Modena, dove si trova la sede principale della Concordia, gli atti riguardanti lo storico ex presidente, Roberto Casari (difeso dagli avvocati Luigi Sena e Luigi Chiappero), e i manager Nicola Verrini e Francesco Simone, che devono rispondere anche di associazione per delinquere. La società e i suoi ex vertici indagati hanno sempre respinto le accuse anche a tutela degli oltre 1800 lavoratori della coop.
Nei giorni scorsi, un diverso collegio del Riesame ha intanto concesso gli arresti domiciliari al sindaco di Ischia, Giuseppe Ferrandino, derubricando il reato in corruzione nell’esercizio della funzione e attribuendo a Napoli la competenza su questo capitolo. L’inchiesta pertanto si è sdoppiata: e nel filone partenopeo è finito in tempo reale anche il rientro sull’isola di Ferrandino, appena destinato ai domiciliari, su una barca con a bordo politici locali.