domenica 19 aprile 2015

Repubblica 19.4.15
“L’Italicum è urgente” Boschi evoca la fiducia, alt di Ncd e Scelta civica
La ministra frena sulle modifiche alla riforma del Senato
E Bersani attacca Renzi anche per l’elogio del modello Usa
di Alberto D’Argenio

ROMA A poche ore dal termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione a Montecitorio e a meno di una settimana dall’approdo in aula, monta la tensione sull’Italicum, legge elettorale che spacca il Pd tra renziani, che non la vogliono modificare, e minoranza, che chiede cambiamenti. Lo scontro converge sulla possibilità che il governo ponga la fiducia per il definitivo via libera della legge elettorale. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi afferma: «È prematuro parlare di fiducia». Anche se poi aggiunge che il voto blindato viene usato «per i provvedimenti centrali per il governo e il Paese e sicuramente l’Italicum lo è. Vedremo nelle prossime settimane, è l’ultima soluzione possibile per il governo». Parole che mettono in allarme la minoranza dem e gli altri partiti di maggioranza. L’ex ministro Maurizio Lupi, capogruppo del Nuovo Centrodestra, afferma: «Credo sia giusto evitare la fiducia e chiediamo un atto di coraggio da parte di tutti i gruppi perché si eviti anche il voto segreto, si misuri se il Pd e la maggioranza ci sono altrimenti constateremo che così non è». Il segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti, aggiunge che «la legge elettorale non è invotabile ma migliorabile, porteremo avanti a viso aperto i nostri emendamenti senza logiche di voto segreto ma non accettiamo neanche che si parli di fiducia». Intanto con l’avvicinarsi delle votazioni in commissione Affari costituzionali torna il tema della sostituzione dei rappresentanti della minoranza democratica in favore di deputati vicini a Renzi. Il dissidente Alfredo D’Attorre spiega che «diversi di noi hanno già presentato emendamenti, a chi mi ha chiamato ho spiegato che i miei li difenderò e che non chiederò la mia sostituzione. Naturalmente riconosco che il gruppo può assumersi la responsabilità di sostituirmi ». Intanto l’ex segretario Pierluigi Bersani con un solo post su Facebook critica tanto Renzi, che nella bilaterale con Obama ha indicato gli Usa come modello di riferimento, quanto Marchionne, numero uno di Fiat: «Chi pensa sia meglio somigliare nei rapporti sociali agli Stati Uniti piuttosto che alla Germania non ha capito come è fatta l’Italia, Paese nel quale puoi trovare imprese capaci di esportare le tasse e di importare i modelli contrattuali».