lunedì 27 aprile 2015

La Stampa 27.4.15
I Biker di Putin marciano su Berlino per celebrare la vittoria sui nazisti
In centinaia partiti da Mosca per ripercorrere l’impresa dell’Armata rossa
Polonia e Germania sono determinate a fermare i motociclisti alla frontiera
di Mark Franchetti


Giubbotti di pelle e bandiere russe al vento, un gruppo di biker moscoviti, sostenuti da Vladimir Putin, sono entrati a tutto gas in una contesa diplomatica con la Polonia. Applauditi da una folla di sostenitori e centinaia di altri biker, una ventina di membri dei «Lupi Notturni» sono partiti qualche giorno fa da Mosca, per una corsa attraverso l’Europa per commemorare il 70o anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Il viaggio della polemica dovrebbe essere lungo tre mila chilometri da Mosca a Berlino, e i «Lupi» contano di visitare i luoghi di alcune delle epiche battaglie tra i sovietici e la Germania nazista.
Visti negati
Ma questa corsa ambiziosa rischia di venire interrotta dalla Polonia, che ha dichiarato che non permetterà agli ultrapatriottici biker russi di attraversare il suo territorio. Il ministro degli Esteri di Varsavia, Ewa Kopacz, ha parlato di «provocazione». E anche la Germania ha deciso di negare il visto a molti dei biker.
I «Lupi Notturni» sono stati colpiti dalle sanzioni americane per il loro esplicito sostegno all’annessione russa della Crimea e per il presunto aiuto fornito ai separatisti filo-russi nell’Est ucraino. In Polonia vengono chiamati «Hell’s Angels del Cremlino» e una petizione online per raccogliere firme contro il loro arrivo è stata lanciata subito dopo l’annuncio della corsa. Il ministero degli Esteri russo si è detto «oltraggiato» dal divieto dei polacchi a far attraversare la frontiera ai «Lupi». Ma la disputa minaccia di aggravarsi perché il gruppo ha deciso di ignorare il divieto e resta intenzionato a raggiungere Berlino attraverso la Polonia.
Il leader nazionalista
«Non so che problemi hanno, fanno clamore politico per nulla», ha detto ieri Alexandr Zaldostanov, il controverso leader dei «Lupi» noto per essersi scagliato contro gli omosessuali e aver elogiato Stalin. Soprannominato «Il Chirurgo», il biker pieno di tatuaggi è stato corteggiato da Vladimir Putin, che l’ha decorato con una medaglia di Stato per il suo impegno patriottico e una volta ha guidato un chopper a tre ruote insieme ai «Lupi», in Crimea. Per consolidare questa bizzarra alleanza politica, Putin ha anche visitato il quartier generale dei «Lupi» a Mosca, una futuristica costruzione di gigantesche statue metalliche di lupi e pezzi di cavalcavia autostradali che sembra il set di Mad Max.
«Non abbiamo nessuna intenzione di cancellare la corsa. I ragazzi hanno tutti i visti, non so come potranno impedirci di guidare in Polonia. Non stiamo violando nessuna legge. Se non siamo simpatici ai polacchi, è un problema loro», dice Zaldostanov, che non partecipa alla corsa perché gli è stato negato il visto. «Se saremo costretti a farlo, toglieremo tutti i simboli dei Lupi Notturni ed entreremo in Polonia uno a uno», aggiunge Alexandr, uno dei biker del gruppo, che esibisce sui giubbotti di pelle una stella rossa e la scritta «La strada per la Vittoria». «Tutto quello che vogliamo è onorare i nostri nonni che hanno combattuto e sono morti per la nostra libertà. Non cerchiamo problemi, ma non vogliamo venire respinti. Berlino, stiamo arrivando». I Lupi contano di entrare nella capitale tedesca il 9 maggio, quando la Russia festeggerà il Giorno della Vittoria.
Tensione diplomatica
La corsa arriva a rendere ancora più tese le relazioni tra Russia e Polonia, già provate dal conflitto in Ucraina. La manifestazione dei Lupi verrà seguita dalla tv statale russa e qualunque incidente alla frontiera polacca avrà una risonanza nazionale. Pawel Kowal, eurodeputato polacco, descrive i biker come «simbolo della violenza». Molti hanno protestato contro la corsa su una pagina Facebook intitolata «No ai banditi russi in Polonia». Man mano che il 70° anniversario della vittoria si avvicina, la storia viene usata sia dalla Russia che dai suoi critici in Europa dell’Est per guadagnare un punteggio politico. Per i russi la vittoria sovietica sui nazisti – con un prezzo in termini di vite 20 volte superiore a quello pagato dagli Alleati – è il momento più prezioso, glorioso e politicizzato della storia nazionale. I nazionalisti polacchi, al contrario, vedono la vittoria russa come l’inizio di quella che vedono come l’occupazione sovietica, con il passaggio del loro Paese sotto il controllo del Cremlino. Le diverse interpretazioni della storia stanno provocando nuove tensioni anche tra Russia e Ucraina. Il governo filo-occidentale di Kiev ha deciso di riconoscere eroi nazionali sia gli ucraini che hanno combattuto i nazisti sia quelli che hanno rivolto le armi contro i sovietici. Mosca l’ha presa come un insulto. «Sono passati 70 anni dalla guerra, ma la storia continua a dividerci come prima», dice un diplomatico europeo: «Da entrambe le parti, Est e Ovest, le discussioni sulla storia sono pura politica».
* Corrispondente da Mosca per il «Sunday Times» di Londra
Traduzione di Anna Zafesova