La Stampa 27.4.15
Un lungo percorso a ostacoli. Vietato sbagliare le mosse
Il presidente del Consiglio sa che l’approvazione finale si gioca su un delicato equilibrio: da oggi le prime schermaglie in aula
di Fabio Martini
Matteo Renzi sa che nei prossimi dieci giorni, durante le battaglie verso l’approvazione finale della legge elettorale, non dovrà sbagliare una mossa ed è questo il motivo per cui nella strada verso l’«ora x» (il voto finale sulla riforma), non c’è nulla di deciso una volta per tutte. Ogni passaggio è in forse: anche se c’è una linea di condotta generale già impostata e che prevede di affrontare i passaggi più delicati, ricorrendo al voto di fiducia. Oggi la riforma approda in aula ed è subito atteso il primo test. Le opposizioni presenteranno richieste di sospensiva, per invertire l’ordine dei lavori. È prevista una votazione palese e, anche se su questo il governo non teme sorprese, sarà un’occasione per testare la determinazione degli avversari. Domani invece si voteranno a scrutinio segreto due pregiudiziali, una di costituzionalità e una di merito. La prima, se venisse approvata, bloccherebbe la legge per manifesta incostituzionalità. Qualora il «polso» dell’aula segnalasse eccessive fibrillazioni, a sorpresa Renzi potrebbe decidere di mettere la fiducia da subito e non soltanto sull’articolato. Una volta votate richieste di sospensiva e pregiudiziali, domani inizierà la discussione generale e il governo rinvierà alla settimana successiva le votazioni sugli articoli perché a quel punto, per regolamento, diminuirà il tempo per eventuali ostruzionismi. Renzi dovrà quindi decidere se mettere la fiducia sui tre articoli della legge elettorale. I voti sugli articoli trasformati in voti di fiducia ridurrebbero la suspence, ma resterebbe da valutare quanti deputati del Pd non voteranno la fiducia, probabilmente uscendo dall’aula. Una volta valicati tutti questi passaggi, resta da superare il più insidioso: il voto finale sulla legge, a scrutinio segreto.