sabato 25 aprile 2015

La Stampa 25.4.15
Immigrati, perché il piano dell’Europa non funziona
Il salvataggio all’europea bloccherà i migranti in Italia
Le navi Ue ci aiuterannonelle procedure di identificazione degli stranieri
Chi arriva, però, dovrà restare dove è sbarcato: ovvero nei nostri confini
di Marco Zatterin


Tempo qualche settimana, e nel Canale di Sicilia ci saranno trenta e passa navi europee con la bandiera di Triton pronte - nel caso più che probabile di necessità - a intervenire per ripescare le vittime delle carrette messe in mare dai trafficanti di disperati. La missione coordinata da Frontex, l’agenzia Ue per la vigilanza sulle frontiere comuni, avrà un budget mensile di 9 milioni, proprio come la «Mare Nostrum» italiana che ha sostituito da novembre. E’ sensazione comune che, col vertice di giovedì, l’Unione abbia attrezzato una sua versione di «Mare Nostrum», informale per aggirare i veti e le lungaggini, così da ridurre il prezzo da pagare in vite umane. Il risultato è che il numero di migranti che arriveranno nei nostri porti è destinato a crescere. E che, a quel punto, scoppierà il bubbone vero: perché l’Europa non ha deciso come comportarsi con coloro che riesce a strappare alla morte.
Cosa deve fare Triton?
Non il «search and rescue», ola ricerca e il salvataggio, non direttamente. Deve vegliare sulla sicurezza della frontiera dell’Unione, col vincolo di non allontanarsi oltre le 30 miglia dalla terra ferma (il mandato di “Mare Nostrum” finiva a 50). Ma la soglia può essere superata per rispondere ad un «sos», cosa che accade regolarmente. La legge del mare che obbliga a intervenire in caso di naufragio è più forte. È così che, in cinque mesi, Triton ha salvato più di 30 mila persone.
Chi accoglie i migranti?
Comanda il Regolamento di Dublino: lo stato competente all’esame della domanda d’asilo è quello in cui richiedente mette piede per la prima volta. Triton si basa poi sul concetto di «stato ospite», che offre «il più vicino porto sicuro». I disperati del Mediterraneo finiscono pertanto da noi: 171 sui 270 mila entrati in Europa nel 2014 sono passati di qui. La «Mare Nostrum» Ue sarà coerente. «Dublino è finito», ha ammesso una fonte Ue.
Cosa succede nei porti?
Una volta sbarcati, i migranti sono indirizzati nei centri d’accoglienza, dove si procede all’identificazione attraverso la fotosegnalazione e le impronte (in teoria entro 72 ore, ma è un tempo spesso troppo stretto). Il riconoscimento è un lavoro difficile, al termine del quale i richiedenti asilo vengono confinati nell’attesa che l’iter si concluda. E’ in questa fase che una parte di loro prende il volo. Almeno la metà, grazie anche alle gang criminali che li attendono per continuare il viaggio. La Germania accusa Italia e Grecia di non controllarli per liberarsi degli ospiti indesiderati.
Per questo Berlino chiede quote obbligatorie?
I tedeschi sono stati sinora generosi nell’offrire ospitalità. Nel 2014 le richieste di asilo sono state 202 mila, il 32% di quelle arrivate in Europa. La Svezia è a 81 mila, l’Itala a 64 mila, la Francia a 62 mila. I tedeschi accusano Atene di barare, bocciandone oltre il 90%. I tecnici di Angela Merkel spingono per quote calcolate in funzione della ricchezza dei paesi (pil) e della popolazione.
Cosa succede adesso?
Il leader europei hanno incaricato la Commissione Ue di predisporre opzioni per assicurare la ricollocazione (“riallocation”, meccanismo da definire) dei migranti una volta giunti da noi, capitolo che riguarda chi arriva senza diritti. In un secondo momento ci si occuperà del reinsediamento (“resettlement”), ovvero di chi ha diritto di asilo ma non si trova in Europa. Nella bozza del vertice di giovedì c’era la proposta di creare un progetto pilota per reinsediare su base volontaria di almeno 5000 siriani. Il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, voleva togliere il concetto di volontarietà. Non l’ha spuntata.
Chi frena sull’accoglienza?
Molte capitali non vogliono vincoli. «Il senso del vertice è che tutti aprono alla possibilità di un ruolo nella distribuzione dei migranti», assicurano al consiglio. Però «ci saranno tensioni e non sono ottimista sul fatto che si arrivi al ricevimento obbligatorio». A giugno i leader rifaranno il punto sui progressi. Allora i Ventotto potrebbero scoprire che salvare i disperati in alto mare, alla fine, è il capitolo più digeribile dell’intero volume che si trovano scrivere.