martedì 21 aprile 2015

La Stampa 21.4.15
Adesso sarà battaglia anche sul numero legale
di Marcello Sorgi


L’emergenza immigrati, che ha tenuto Renzi impegnato per gran parte della giornata, non gli ha impedito di fare la prima mossa per la grande battaglia sull’Italicum che sta per cominciare alla Camera. Dopo una consultazione preventiva degli interessati, che hanno ribadito la loro contrarietà ad approvare la legge senza modifiche, il premier ha deciso di sostituire dieci degli undici membri, facenti capo alla minoranza Pd, della commissione in cui si svolgerà l’esame preventivo del testo: tra loro l’ex-segretario Bersani e gli altri capi dell’opposizione interna Cuperlo, D’Attorre e Rosi Bindi. L’unico che s’è salvato, Lauricella, non è stato rimosso perché ha fatto marcia indietro. Sconcerto, proteste, musi lunghi tra gli esclusi. Ma dopo quanto è accaduto nessuno dubita più delle effettive intenzioni di Renzi, né della sua intenzione di porre la fiducia per evitare che la legge, se modificata, debba tornare al Senato. Il gioco s’è fatto molto duro e Cuperlo arriva a dire che se anche l’Italicum passerà la legislatura sarà irrimediabilmente pregiudicata.
Sul fatto che il premier abbia i numeri in aula per ottenere il varo dell’Italicum non ci sono dubbi. Ma sa di dover fare i conti con un ostruzionismo che si preannuncia assai pesante e con una saldatura, ormai nei fatti, tra la minoranza interna del Pd e il variegato fronte delle opposizioni che si preparano a fare di tutto per ostacolare l’iter finale della legge. L’annuncio del Movimento 5 stelle di ritirare i propri emendamenti in commissione per riproporli in aula, in segno di solidarietà con i deputati Democrat sostituiti, va in quella direzione.
Renzi al contrario punta sul fatto che, man mano che lo scontro si scalderà, emergerà il disagio di molti dei deputati di base di trovarsi a votare insieme con la destra e senza reali possibilità di bloccare l’Italicum. Senza dire che, per chi pensava di ottenere almeno qualche modifica della riforma del Senato, per riequilibrare un assetto istituzionale giudicato troppo sbilanciato a favore del governo, il muro contro muro riduce o elimina del tutto qualsiasi spazio di trattativa.
Resta da capire - e il premier e i suoi collaboratori ovviamente si riservano di valutarlo - quale sarà il peso dei franchi tiratori nelle votazioni sugli emendamenti (fino a ieri ne erano stati presentati 135). E fino a che punto il ricorso all’ostruzionismo potrà rallentare la marcia verso il voto conclusivo. Ieri sera nei corridoi di Montecitorio c’era chi si esercitava a calcolare se la somma delle opposizioni con l’ausilio dei ribelli Pd sarà in grado di far mancare il numero legale in aula.