sabato 11 aprile 2015

La Stampa 11.4.15
I centristi e il timore dell’annessione
di Marcello Sorgi


Chi dice che gliel’ha fatto capire. Chi dice che gliel’ha mandato a dire. Chi dice che l’ha detto chiaro e tondo, in uno degli ultimi “chiarimenti” faccia a faccia. Fatto sta che un fantasma, da qualche giorno, si aggira tra le file del Nuovo centrodestra, o come si chiama adesso, dopo l’unificazione con l’Udc, Area popolare, insomma i centristi delle due ex famiglie berlusconiane che stanno al governo con il Pd. È il timore di un’annessione, o peggio di un reclutamento di singoli che però verrebbero ad assommare un bel gruppetto degli attuali parlamentari, e sarebbero trasportati all’interno del partito renziano, né più né meno com’è avvenuto per i transfughi di Scelta civica.
La voce è arrivata all’orecchio di tutti i membri del gruppo dirigente ed ha alimentato sospetti e polemiche. Dietro le accuse alla linea responsabile di Alfano, Lupi e Quagliariello, che hanno portato allo scontro e poi al defenestramento dell’ex capogruppo Nunzia De Girolamo ci sarebbe anche l’ipotesi della confluenza, presto o tardi, dei centristi, nelle file piddine. Una prospettiva che i tre maggiori dirigenti di Ncd si sono affrettati a smentire con parole e fatti: rinviando la trattativa con Renzi sulla sostituzione di Lupi al governo dopo le sue dimissioni da ministro delle infrastrutture, e respingendo platealmente le pressioni di Renzi sul nome di chi doveva entrare per conto loro al governo. Non è un mistero che il premier non vedesse di buon occhio il ritorno di Quagliariello come ministro o la promozione di Dorina Bianchi, e avesse controproposto la scelta di Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato vittima della ’ndrangheta nel 1991. “Non tocca a lui scegliere”, è stata la replica, risentita e ribadita in una serie di interviste.
Ma la vera ragione per cui Ncd vuole chiudere prima dell’inizio l’eventuale percorso di confluenza nel partito renziano è che risulterebbe opposto al progetto di «rassemblement» stile Ump francese che Alfano e i suoi puntano a realizzare sulle macerie del centrodestra berlusconiano: quando, dopo il fallimento annunciato alle regionali, e forse anche prima, stando alle ultime prese di posizione di Fitto, la crisi di Forza Italia esploderà senza rimedio. Il progetto prevede che se il rischio di elezioni anticipate dovesse farsi più forte, i centristi uscirebbero dal governo, passando all’appoggio esterno e preparando una proposta politica alternativa. Sarà quello il momento della verità, in cui si vedrà davvero qual è la reale forza di attrazione di Renzi su una base parlamentare in cui molti temono di non essere rieletti.