mercoledì 29 aprile 2015

Il Sole 29.4.15
Sanità. Farmaci e acquisti: tagli da 2,35 miliardi
Oggi l’intesa Governo-Regioni che sarà poi tradotta in un decreto legge
di Roberto Turno


ROMA Farmaci, dispositivi medici, acquisto di beni e servizi: è principalmente in queste tre voci di spesa che si annida la stangata del taglio da 2,35 mld della manovra sanitaria per quest’anno. Dopo infinite trattative e altrettanti rinvii, è atteso oggi lo show down sull’intesa tra Governo e regioni. In un nuovo testo del ministero della Salute che, dopo il vaglio politico dei governatori, sbarcherà nel primo pomeriggio in conferenza Stato-Regioni. Per poi – in tempi da definirsi – essere tradotto in decreto legge.
Le novità non mancano. A partire dalla farmaceutica, con risparmi in ragione d’anno di «almeno» 500 mln. La chiave di volta è, in tempi rapidissimi (il 30 giugno), la rinegoziazione con l’Aifa per ogni azienda della riduzione di prezzo dei medicinali rimborsati dal Ssn per «raggruppamenti terapeuticamente assimiliabili». Ogni impresa (dopo che l’Aifa avrà individuato le “categorie”) dovrà negoziare i listini e il risparmio atteso: se l’accordo non ci sarà, o sarà solo parziale, l’Aifa chiederà alle singole imprese il rimborso (pay back) del risparmio atteso. Se l’industria non pagherà, vedrà retrocessi i suoi farmaci «assimilabili» in classe C, dunque non più rimborsabili e a totale carico dei cittadini.Ma non solo: nasceranno tetti di spesa farmaceutica ospedaliera in tutte le regioni, con l’obiettivo di far luce sulla galassia sconosciuta di quel tipo di consumi nelle strutture private accreditate col Ssn. E ancora: la spesa per i farmaci innovativi (epatite C e non solo) che supera il tetto del “fondo Lorenzin” (500 mln l’anno per 2015 e 2016) finirà nella spesa territoriale per i medicinali e sarà a carico delle imprese farmaceutiche come pay back.
Altre novità, e altre stangate , sono poi in arrivo per l’acquisto di beni e servizi e per i dispositivi medici. Per i primi (B&S)viene alzata al 4,5% (dal 4%) su base annua l’asticella del valore della rinegoziazione dei contratti in essere. Mentre per i dispositivi medici scatta, come già avviene per il farmaceutico, l’obbligo di ripianare l’eccedenza del tetto di spesa – confermato al 4,4% in sede regionale dell’intera spesa sanitaria – e soprattutto vengono definiti i valori del pay pack a carico delle imprese: saranno del 40% dello sfondamento quest’anno, del 45% nel 2016, per salire poi al 50% del disavanzo a partire dal 2017 e dunque a regime. «Sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. Le multinazionali potrebbero disinvestire in Italia», ha messo in guardia ieri Assobiomedica attaccando sia la rinegoziazione dei contratti che l’arrivo del payback.
Quanto ai medici, salta la “patrimoniale” se prescriveranno analisi fuori ordinanza: per i dipendenti pubblici scatterà la riduzione del trattamento accessorio, quelli convenzionati perderanno le “quote variabili”. Ma non mancheranno risparmi sul personale anche con l’applicazione degli standard ospedalieri e la conseguente riduzione di ospedaletti, posti letto e strutture semplici e complesse con tanto di primariati. Un processo che il Governo chiede ora di monitorare in via permanente.