Il Sole 29.4.15
Immigrazione.
Ban Ki-moon:
no alla distruzione dei barconi
«Non è la strada giusta»
di Ge.P.
ROMA «Distruggere le barche non è una strada giusta». Se c’era ancora qualche dubbio che il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, avesse cambiato idea dopo la perlustrazione nel canale di Sicilia lunedì scorso a bordo di nave San Giusto insieme al premier Renzi, ieri c’è stata chiarezza.
Il segretario generale del Palazzo di vetro al termine di un convegno sull’ambiente in Vaticano ha precisato la posizione delle Nazioni Unite sull’immigrazione clandestina. Ban Ki-moon ha sottolineato che nei Paesi del Nord Africa la pesca è una delle risorse più importanti e «se si distruggono le barche si può danneggiare l’economia». Ci vuole più tempo per affrontare le cause, ma «la strada per una soluzione è la stabilità politica». Ban Ki-moon ha anche precisato che occorre «una robusta operazione di ricerca e salvataggio» nella quale «condividere le responsabilità». L’Unione europea ha fatto i l primo passo ma «occorre assicurare corridoi umanitari e mezzi di immigrazione legali». Il segretario generale dell’Onu ha definito la recente tragedia al largo della Libia «una delle peggiori dalla II Guerra Mondiale». Perché tra le centinaia di migranti, vittime dei “viaggi della speranza” ci sono «i più poveri e i più vulnerabili che rischiano la loro vita».
La crisi dei migranti provenienti dalla Libia è stata ieri anche al centro di un breve colloquio tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il segretario generale dell’Onu in occasione del convegno in Vaticano sui cambiamenti climatici promosso dalla Pontificia accademia delle scienze. L’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi sembra però difendere le decisioni prese alla fine del 2013 dall’ex presidente del Consiglio Enrico Letta: «Con Mare nostrum l’Italia ce l’aveva fatta, aveva fatto una cosa seria, era un modello, ma l’Europa non l’ha voluto riducendo quasi a nulla, a un terzo del suo bilancio. Adesso ha riaumentato ma con dei limiti enormi alla sua fattibilità».
Comunque, nonostante tutti i paletti dell’Onu, sia Renzi sia l’Alto rappresentante per la politica estera e di difesa comune Federica Mogherini non si sono rassegnati a svolgere un ruolo per ottenere una risoluzione che consenta quella legittimità internazionale per un’operazione antiscafisti. La Mogherini è negli Stati Uniti dove vedrà i rappresentanti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per sondare il terreno e valutare se sarà possibile raggiungere un accordo che dia all’Unione europea e alla comunità internazionale un mandato per agire in Libia.