domenica 26 aprile 2015

Il Sole 26.4.15
Filippo Martinez
Svegli, si sogna!
di Luca Pani


I sogni lucidi risplendono della rara combinazione che possiedono i pochi consapevoli di non aver bisogno di svegliarsi per ricordare, nei minimi dettagli, gli universi generati dal sonno. Qualcuno, come Filippo Martinez, riesce persino a raccontare quello che vede quando si avventura verso l’altrimenti indicibile paura di morire senza memorie. In uno zibaldone di frammenti ed emozioni molecolari quest’artista poliedrico che ha scritto l’ormai introvabile tragedia Termopili, nostalgia della battaglia (2001) e - sullo stesso tema – ha dipinto in un’esposizione da diecimila metri quadrati i 616 ritratti dei Guerrieri detti gli “Immortali” (Biennale, Venezia 2011) si scopre ora esorcista dell’oblio per il tramite della scrittura. I cammellini lavorano alacremente, notte dopo notte, per eliminare la paura più pura e assoluta, quella di perdere gli archivi che ci definiscono attraverso le azioni e le persone che vorremmo avere il tempo di ricordare prima di congedarci dal mondo. A leggerli bene tutti i capitoli di questo piacevole viaggio sembrano davvero il prodotto di un sognatore lucido che, a differenza di tutti noi, è individuo rarissimo perché capace di metacognizione ovvero dell’abilità di riflettere e ricordare i propri stati mentali anche durante il sonno. Di solito e a differenza di altri processi cognitivi che avvengono durante la veglia, i sogni sono infatti completamente inaccessibili alle funzioni metacognitive. Durante il sonno REM, nella stragrande maggioranza degli esseri umani, la disattivazione delle cortecce cerebrali prefrontali dorsolaterali e frontopolari inibisce i monitoraggi metacognitivi, riducendo l’esercizio volitivo, il pensiero critico e l’autosservazione. In queste condizioni sarebbe impossibile raccontare quello che si vive durante la morte momentanea di un certo tipo di coscienza che si ripete ogni notte, in ogni sonno profondo. Martinez invece, a differenza dell’estensore di un qualunque diario dei sogni (prodotti cioè in sonno REM) raccoglie, grazie ad un imponente vena creativa e con sottile abilità riflessiva le speranze e gli incubi di un bambino divenuto adulto e ci permette, forse per la prima volta, di essere testimoni dell’articolata complessità dei processi creativi sin dal loro incedere. È interessante notare come nello stesso momento in cui, tre mesi fa, i Cammellini raggiungevano le librerie, ricerche di neurobiologia avanzata associavano specifici tratti di personalità e tratti comportamentali proprio con la metacognizione e quindi con lo sviluppo di materia grigia e flusso di ossigeno in certe specifiche regioni encefaliche che sembrano proprio quelle dell’unica abilità che possiedono gli artisti non solo di sognare da svegli ma – a quanto pare – di stare svegli quando sognano.

Filippo Martinez, Cammellini che entrano ed escono dalle orecchie , Bompiani, Milano, pagg. 160, € 12,00;
Elisa Filevich, Martin Dresler, Timothy R. Brick, e Simone Ku Metacognitive Mechanisms Underlying Lucid Dreaming , The Journal of Neuroscience (January 21, 2015, 35(3):1082–1088)