martedì 14 aprile 2015

Il Sole 14.4.15
Italicum, resa dei conti nel Pd Napolitano: non tornare indietro


Roma «Liquidare il Mattarellum fu un «gravissimo errore», ma ora «non si può tornare indietro, disfare quello che è stato faticosamente costruito, elaborato, discusso in questi mesi». È questa l’indicazione che arriva da Giorgio Napolitano all’inizio di una settimana che si annuncia decisiva per il cammino dell’Italicum. Non tanto per quel che accadrà in commissione Affari costituzionali , dove oggi e domani le sedute saranno dedicate alle audizioni degli esperti.
Gli occhi sono puntati soprattutto sull’assemblea del gruppo Pd alla Camera ,che si terrà domani sera e durante la quale la minoranza dem chiederà nuovamente di modificare l’Italicum. Una richiesta che Matteo Renzi e la direzione del partito hanno già bocciato e che presumibilmente verrà respinta anche dalla maggioranza del gruppo parlamentare. Resta invece da capire quale sarà la reazione della minoranza.
Il capogruppo di Fi Renato Brunetta è certo che 100 deputati del Pd non la voteranno: «Ne vedremo delle belle, tra domani e dopodomani perché la sinistra del Pd non ci sta. Sono 1/3 dei loro deputati che, assieme a tutte le altre opposizioni, non farà passare, soprattutto a scrutinio segreto, l’Italicum così com’è, che, ripeto, è un pericolo per la democrazia».
Brunetta è ovvio ci spera. Ma in realtà nella minoranza dem le posizioni sono tutt’altro che omogenee e la presa di posizione di Napolitano troverà orecchie attente tra le quali anche quelle di Roberto Speranza, capogruppo Pd ma soprattutto esponente di spicco di Area riformista, che la scorsa settimana aveva diffuso l’appello sottoscritto da 80 parlamentari in cui si chiedeva di rivedere la parte sui capilista bloccati e la possibilità di introdurre l’apparentamento al ballottaggio. Ipotesi che Renzi non prende in considerazione. Per il premier-segretario quello in votazione è il testo definitivo della legge elettorale, sulla quale è pronto anche a mettere la fiducia. Ipotesi che ha fatto insorgere la minoranza.
Il primo riscontro si avrà in commissione, dove siedono ben 10 esponenti della minoranza dem. Venerdì sera scade il termine per la presentazione degli emendamento, poi dalla settimana successiva si comincerà a votare. C’è da capire quale sarà l’atteggiamento della minoranza. Qualcuno sembra intenzionato a chiedere di essere sostituito in commissione mentre altri, come Alfredo D’Attorre, hanno già detto che se domani serà si arriverà alla rottura si andrà allo scontro anche in commissione e non chiederà la sostituzione, costringendo il capogruppo, ovvero Speranza, a farlo d’imperio.