venerdì 10 aprile 2015

Il Sole 10.4.15
La partita islamica che gioca l’Iran


Non sorprende che la Guida Suprema Ali Khamenei abbia dichiarato che l’intesa di Losanna non è «vincolante». Quello raggiunto in Svizzera era un accordo preliminare in vista di quello definitivo da negoziare entro il 30 giugno. Khamenei, che esprime l’ostilità dell’ala dura del regime degli ayatollah, esige una cancellazione immediata delle sanzioni e non graduale come vorrebbe il Cinque più Uno con il monitoraggio dell’Agenzia atomica di Vienna. «Meglio nessun accordo che un cattivo accordo» ha dichiarato il dominus dell’Iran, rieccheggiando per motivi diametralmente opposti quello che aveva detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, strenuo oppositore di Losanna. Ma il nucleare iraniano è solo un aspetto della questione mediorientale. Teheran è in conflitto in Iraq e in Siria contro il Califfato mentre in Yemen appoggia gli sciiti; in realtà sta combattendo una guerra per procura contro l’Arabia Saudita, la Turchia, le monarchie del Golfo, che sostengono i movimenti sunniti più radicali perché anti-iraniani. È un conflitto dentro l’Islam ma con riflessi globali: noi con chi stiamo? Non sempre dalla parte giusta ma da quella che ci conviene.