venerdì 10 aprile 2015

Il Sole 10.4.15
La confusione della sicurezza
Cinque forze di polizia soppiantate dai vigilantes
di Marco Ludovico


L’assurdità di un Paese con cinque forze di polizia e un livello di pubblica sicurezza non proprio eccelso si coglie anche nella vigilanza e i controlli delle sedi giudiziarie. Il panorama è sconfortante. A volte non c’è la Forestale, certo, ma oltre all’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e la Polizia Penitenziaria sono impiegati, spesso, anche i vigilantes privati. Occorre sapere che all’interno delle sedi civili e penali si trovano sia i nuclei di polizia giudiziaria sia i gruppi di agenti addetti ai controlli. In prima linea per la funzione di sicurezza ci sono soprattutto Carabinieri e Penitenziaria, ma quote e attribuzioni di competenze per i vari corpi sono variabili su territorio. Le guardie giurate hanno nella maggior parte dei casi funzioni di filtro e controllo agli accessi. La sintesi finale, però, è una sola: confusione, assenza di coordinamento, inefficienze diffuse, livello di rischio molto più alto del fisiologico. Ma se i tribunali e le procure sono, per definizione, obiettivi sensibili, bisognerà pure garantire un sistema organizzato di sorveglianza e controllo. E la scelta naturale, a questo punto, sembra di quella di destinare proprio alla Polizia Penitenziaria questi compiti, con un ruolo pressoché unico di competenza e responsabilità nelle sedi civili e penali. La Penitenziaria era finita nel mirino delle possibili forze di polizia da sopprimere; poi una serie di motivazioni istituzionali hanno fatto riconsiderare questa opzione. Ma se il riordino dei corpi di polizia invocato e preteso senza indugi dal premier Matteo Renzi ha tra gli obiettivi primari razionalizzare, ridurre sprechi e cancellare duplicazioni, sovrapposizioni e inefficienze, quella dell’attribuzione piena della funzione di sicurezza nei tribunali agli agenti carcerari può essere una strada concreta. Anche perchè se invece ciascuno continuerà a tenere a bada soltanto il proprio orticello, casi come quello di Milano sono destinati a ripetersi: quantomeno per inefficacia palese nell’organizzazione della sicurezza.