domenica 5 aprile 2015

il Fatto 5.4.15
Unioni civili: diritti, dubbi e tabù
Approvato in Commissione il testo che riconosce agli omosessuali le stesse garanzie delle coppie etero


LA COMMISSIONE giustizia del Senato ha approvato qualche giorno fa il testo base di Monica Cirinnà sulle unioni civili. Voto congiunto di Pd e M5s, no di Ncd e Forza Italia, polemiche garantite un momento dopo il sì. È la prima volta che un provvedimento simile supera un passaggio formale. Il cammino è ancora lungo. Il termine per presentare gli emendamenti in Commissione è fissato al 7 maggio. Poi ci sarà il passaggio in Aula. Dopo deve andare alla Camera.
Il disegno di legge fonda le unioni civili tra omosessuali sull’articolo 2 della Costituzione (“diritti inviolabili dell’uomo”), senza fare riferimento al 29 (“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”) e dunque “non equipara i due istituti”. Ma di fatto, riconosce alle unioni omosessuali i diritti sociali oggi riservati a quelle eterosessuali unite in matrimonio, fa esplicitamente riferimento ad alcuni degli articoli del codice civile che regolano il matrimonio (come quelli sulla cura dei figli). E stabilisce che i termini “marito”, “moglie”, “coniuge” e “coniugi” “ovunque ricorrenti in leggi, decreti e regolamenti”, siano applicati anche ai membri di una unione civile. Non è ancora prevista l’adozione: ma c’è la possibilità di adottare il figlio del partner. Primo passo verso il superamento di un tabù come le adozioni per i gay. Si riconoscono come unioni civili i matrimoni stipulati all’estero.
Per quel che riguarda gli eterosessuali riconosce alcuni diritti di base alle convivenze civili, omo ed etero, come il subentro nel contratto d’affitto, l’assistenza in ospedale, il mantenimento dell’ex partner in difficoltà. E stabilisce la possibilità di stipulare contratti di convivenza davanti al notaio che regolino le questioni patrimoniali.