domenica 5 aprile 2015

il Fatto 5.4.15
Lo psicanalista Massimo Ammanniti
Anche la famiglia tradizionale ha i suoi lati oscuri
intervista di Wanda Marra


La tanto vantata famiglia tradizionale non è poi così tranquillizzante dal punto di vista psicologico”. Massimo Ammanniti è uno dei grandi padri della psicanalisi italiana. E si schiera senza se e senza ma a favore delle unioni civili.
Professor Ammanniti, perché lei è a favore del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili?
Regolamenta una situazione che richiede una definizione. Oggi se una persona convive con un’altra non le è concesso neanche di andare a trovarla in ospedale. Che si arrivi a una definizione sul piano giuridico è fondamentale.
Per le relazioni omosessuali, cosa cambia?
È un grande passo in avanti affinché queste unioni siano consentite. È importante anche rispetto all’evoluzione della famiglia e della società. Spesso i movimenti sociali sono più rapidi di quanto le leggi riescano a cogliere.
C’è molto dibattito intorno al riconoscimento delle adozioni per le coppie gay.
Una recente ricerca in cui era coinvolta anche l’Organizzazione mondiale della sanità dice che circa 100 mila bambini in Italia crescono in coppie omoparentali. Questo provvedimento dà la possibilità che ci sia il riconoscimento della genitorialità, altrimenti chi non è genitore biologico non ha alcun titolo.
I contrari dicono che il bambino deve avere una figura materna e una paterna. Dal punto di vista psicologico, lei come la vede?
La tanto vantata famiglia tradizionale con padre e madre non è poi così tranquillizzante. Nell’80 per cento i casi di bambini abusati sono all’interno della famiglia. Ci sono conflitti e difficoltà. Il problema non è avere un padre e una madre come figura fisica. Non esiste una famiglia con un padre totalmente maschile e una madre totalmente femminile. Nelle coppie omogenitoriali uno dei due partner esprime di più il codice paterno (differenziazione, riconoscimento, limiti, regole), uno quello materno (condivisione e protezione). Una ricerca dell’American Psychological Association dimostra che i bambini cresciuti da genitori gay si sviluppano regolarmente nel settore cognitivo e affettivo. Il punto più problematico era lo sviluppo dell’identità di genere: la ricerca ha messo in luce che questi bambini, anche quando raggiungono l’adolescenza, non hanno problemi. L’identità di genere ha anche radici genetiche e biologiche. Insomma: non è che chi ha genitori omosessuali diventa per forza omosessuale.
Cosa risponde a chi tira in ballo le leggi della natura?
Dal mio punto di vista sono critiche ideologiche e religiose. Non esiste una famiglia naturale. Non è un archetipo che si riproduce. Ci sono famiglie che si riformano o con genitori single. Dunque, invece di crociate e battaglie ideologiche, cerchiamo di sostenere queste famiglie.
Ma se per una coppia omosessuale il riconoscimento delle unioni civili è essenziale, una coppia etero non farebbe prima a sposarsi civilmente?
Un matrimonio implica un riconoscimento sociale maggiore e un impegno di coppia più coinvolgente.
Che differenza c’è?
Le unioni civili vengono a regolamentare la convivenza tra due persone. Il matrimonio civile ha invece un’ufficialità maggiore. Sono due istituti giuridici diversi: da una parte c’è una regolamentazione giuridica, dall’altra un progetto.
Non vede qualche rischio in una legge come questa?
C’è una maggiore facilità a sciogliere un’unione civile rispetto a un matrimonio. Io penso che qualche vincolo in più può spingere una coppia a riflettere maggiormente sulla necessità di separarsi.