il Fatto 4.4.15
Quell’ultima carta chiamata Mattarellum
I dissidenti dem convergono sulla vecchia legge elettorale per fermare l’Italicum
Ma hanno bisogno di alleati
di Luca De Carolis
L’ultima carta. Prima dell’apoteosi renziana e di una frattura dentro l’ex ditta: forse definitiva. Si chiama Mattarellum, la risorsa finale dei dissidenti dem per tentare di fermare l’Italicum “e rimettere assieme il Pd, proprio come ha fatto il presidente Mattarella da cui prende il nome”. Pensieri e parolediGiuseppeCivati, chechiama a raccolta le minoranze democratiche “perché ora più che mai o la va o la spacca per il Pd”.
MA IL DEPUTATO guarda anche altrove, in direzione Cinque Stelle. Perché come sempre conteranno i numeri, anche nella Camera dove l’otto aprile il ddl approderà in commissione, iniziando così l’iter verso quello che potrebbe essere il suo ultimo passaggio parlamentare. Servirebbe un’ alleanza trasversale per ottenere una sterzata di Renzi all’ultimo binario della legge elettorale. Niente più Italicum, con i suoi cento capilista bloccati e il premio di maggioranza alla lista vincente. E ritorno alla legge elettorale ante Porcellum, quel Mattarellum maggioritario al 75 per cento con i suoi collegi e il restante 25 per cento dei seggi assegnato in via proporzionale. Ipotesi dell’irrealtà, ad oggi. Ma le minoranze non possono che insistere. Pier Luigi Bersani lo ha detto al Corriere della Sera già il 30 marzo scorso: “Se Renzi ha fatto Mattarella potrà ben fare il Mattarellum”. Poche ore dopo nella Direzione dem è piombato il renziano Roberto Giachetti, apostolo della legge con i collegi: “Bersani dice che la voterebbe subito? Fatico a non incazzarmi, nel maggio 2013 la mia mozione per il ritorno al Mattarellum venne bocciata anche da una parte rilevante del Pd”. A stretto giro, replica di Bersani: “Non avevamo i numeri per farla, e poi i grillini ci avrebbero mandato sotto”. A bocce ferme, Civati: “Prendo spunto proprio da Giachetti, che in direzione ha attaccato duramente l’Italicum, un Porcellum con le ali come lo definisco io. Lo scenario dice che Bersani ha rilanciato il Mattarellum e Berlusconi non è più un alleato di Renzi. Ricordo poi che Grillo, dopo la sentenza sul Porcellum, disse che la legge Mattarella era la migliore possibile”. Citazione non casuale: “Tiro in ballo i Cinque Stelle perché le opposizioni hanno il dovere di farsi sentire di fronte alle incertezze del Pd. Uniamoci per il Mattarellum, con il doppio turno”. Ma la capogruppo del M5S alla Camera, Fabiana Dadone, non apre: “Per ora la linea del Movimento non cambia, la nostra legge elettorale rimane quella che abbiamo costruito con i cittadini, prevalentemente proporzionale. Ma cercheremo di modificare l’Italicum, innanzitutto togliendo i capilista bloccati”. Il tema rimane delicatissimo, dentro i 5 Stelle. Non ci si vuole esporre, dopo l’arenarsi della trattativa in streaming con il Pd sulla legge elettorale. Di certo il M5S peserebbe con i suoi 91 deputati, potenzialmente da unire a 50, forse 60 dissidenti dem e ai 26 di Sel, da sempre favorevole al Mattarellum. Sommando, Renzi avrebbe comunque la maggioranza dei 630 deputati. Ma la partita si farebbe aperta.
IL BERSANIANO Miguel Gotor: “Archiviato Berlusconi, il Mattarellum sarebbe una buona soluzione: ha collegi piccoli e induce i partiti a scegliere i migliori. Se Renzi dovesse andare dritto con l’Italicum, sceglierebbe di fare le riforme istituzionali con una base politica troppo ridotta, senza una parte del Pd e senza le opposizioni. E sarebbe un serio problema”. I bersaniani voteranno comunque per il Mattarellum? “Certo, lo abbiamo sostenuto anche in Senato. Ma ci si può ancora confrontare”.