Corriere 26.4.15
Fassina: «Ci battiamo a viso aperto La fiducia è inaccettabile, dopo non si potrà far finta di nulla»
intervista di Monica Guerzoni
ROMA Se cade l’Italicum si va a votare?
«No, ritengo molto più probabile lo scenario opposto. Se passa l’Italicum si va a votare». Stefano Fassina rilancia le ragioni del no e pensa già al dopo, perché sa che lo strappo della fiducia «lascerà i segni».
L’aut aut di Renzi è una fiducia di fatto?
«Io ci vedo la volontà di marginalizzare il Parlamento sulle regole del gioco, tema di rango costituzionale e dunque squisitamente parlamentare. E se è vero che il presidente del Consiglio vuole mettere la fiducia sulle pregiudiziali di costituzionalità, siamo alla conferma della volontà pericolosa di dimostrare decisionismo. Sarebbe ancora più grave» .
Perché?
«Porterebbe alla marginalizzazione del Parlamento, che non è solo l’obiettivo dell’Italicum e della revisione del Senato, ma è anche pratica corrente con questo governo».
Non voterà la fiducia?
«Con l’Italicum approvato attraverso la fiducia vi è un profondo deficit di legittimità politica delle regole del gioco, ancora più grave rispetto al Porcellum. Le regole dovrebbero essere larghissimamente condivise e invece l’Italicum non è condiviso neanche dalla maggioranza di governo, che appunto deve ricorrere alla fiducia. Un elemento di debolezza, nonostante la prova di forza» .
Renzi deve temere il voto segreto?
«Noi non chiediamo voti segreti, facciamo una battaglia a viso aperto».
Noi chi?
«Tutti coloro che si stanno pronunciando apertamente per correggere la legge. Ma visto che si continua a banalizzare le posizioni di alcuni di noi, ricordo che siamo di fronte a un radicale cambio della forma di governo. Un presidenzialismo di fatto senza contrappesi, che restringe gli spazi della dialettica democratica e indebolisce pericolosamente le garanzie necessarie al funzionamento delle istituzioni».
Per i renziani la vostra è una battaglia strumentale.
«Non ci sono questioni strumentali, è in gioco la qualità della democrazia. È inaccettabile che si riduca una vicenda cosi rilevante a battaglie interne, il punto che poniamo è la regressione pericolosa della nostra democrazia».
Insomma, non voterà la fiducia né il provvedimento.
«Ritengo inaccettabile in termini di principio la fiducia sulla legge elettorale e ho riserve molto serie di merito».
Dopo un simile strappo dovrà uscire dal Pd?
«Sarà un passaggio che lascerà i segni. Non si può far finta di nulla e il giorno dopo ricominciare, come se fosse stato un passaggio ordinario».
È un sì? Allora lascerà il partito?
«Adesso sono concentrato sull’Italicum e sulla scuola. Mi preoccupa l’idea di democrazia del presidente del Consiglio, che si manifesta anche in un provvedimento molto rilevante come il ddl che riforma la scuola, concentrando i poteri sul preside, marginalizzando gli insegnanti e lasciando fuori decine di migliaia di precari» .
Il presidente Orfini chiede a Speranza di restare capogruppo. E lei?
«Con le dimissioni Roberto ha dimostrato grande statura morale e politica. Chi gli chiede di ripensarci dovrebbe rispondere prima ai seri problemi politici che ha posto».