sabato 25 aprile 2015

Corriere 25.4.15
Orfini: «Matteo non sta bluffando Senza riforme addio legislatura
Nel Pd sento toni da opposizione»
intervista di Monica Guerzoni


ROMA «È un traguardo atteso da anni, non possiamo sbagliare».
È l’ultimo appello al Pd, presidente Matteo Orfini?
«Abbiamo il dovere di portare a casa la legge elettorale e io lavoro perché sia possibile farlo senza fiducia. Ma questo dipende da tutti noi».
Renzi ha legato le sorti del governo all’approvazione dell’Italicum... È un bluff o vuole votare col Consultellum?
«È un passaggio politico decisivo. Il Pd e la maggioranza, fiducia o non fiducia, si giocano molto. Questa legislatura è nata con la promessa a Napolitano di portare a casa le riforme, non riuscirci farebbe venire meno la premessa su cui è nata la legislatura e quindi la interromperebbe. La fiducia non sarà necessaria se il Pd dimostrerà di essere un partito che discute e poi rispetta le decisioni assunte al suo interno».
Non teme le conseguenze di una spaccatura in Aula?
«Invito tutti ad abbassare i toni che sconcertano la nostra gente e a rispettare la decisione del gruppo parlamentare. Ho letto dichiarazioni di esponenti del mio partito che usano toni che nemmeno i leader delle opposizioni sono soliti usare».
Ce l’ha con Bersani?
«Non credo si possa dire che la democrazia è a rischio perché i capilista sono 100 invece che 80. Ho apprezzato il tentativo di molti, tra cui Cuperlo, di usare posizioni molto più concilianti e ragionevoli».
Per D’Attorre la fiducia è un ricatto aberrante.
«Non si può nello stesso tempo rivendicare il diritto all’anarchia e considerare aberrante l’utilizzo di strumenti parlamentari come la fiducia».
Se Fassina, D’Attorre o Civati si smarcano sono fuori?
«Non abbiamo regole da questo punto di vista. Per il futuro dovremo darcele, ma le discuteremo insieme nel percorso di riforma dello statuto».
Rosato prenderà il posto di Speranza?
«Il primo a chiedere che Speranza rimanesse capogruppo è stato Rosato, quindi spero che Roberto ci ripensi e gli chiedo di farlo».
Se trovate un’intesa le dimissioni possono rientrare?
«Speranza ha diretto con grande equilibrio il gruppo e può continuare a farlo, mi auguro cambi idea. Non penso che vada enfatizzato questo momento di dissenso, come non si deve sbagliare il giudizio sulla sostituzione dei componenti della commissione».
Rosy Bindi ha parlato di sostituzione di massa...
«La Bindi mi ha chiamato in causa, ma forse abbiamo un’idea differente di cosa debba fare il presidente del Pd. Io credo che debba far rispettare lo statuto e fare in modo che le decisioni vengano assunte democraticamente negli organismi dirigenti e non nei caminetti di corrente, che lei convocava nel suo ufficio alla Camera con Letta, D’Alema, Bersani, Franceschini».
Speranza o Letta alla guida della minoranza?
«Letta, D’Alema e Bersani mi hanno insegnato che quando un congresso finisce si lavora per unire il partito, non per unire la minoranza attorno a questa o quella leadership».
Lei crede al ritorno del ticket Letta-Prodi?
«Chi ha a cuore l’Ulivo sa che l’Ulivo esisteva perché nascesse il Pd e ora non può essere usato per dividerlo».
Renzi è metadone?
«Novantamila posti di lavoro in più mi sembrano una cosa ben diversa dal metadone».
Con l’Italicum in tasca, Renzi porterà il Paese al voto?
«Le elezioni sono nel 2018».