sabato 25 aprile 2015

Corriere 25.4.15
I creditori di Atene infuriati con Syriza «Di sinistra? Frena il Pil, aiuta i ricchi»
L’accusa: ha esteso a seimila oligarchi la dilazione su 60 miliardi di arretrati dovuti al Fisco
di Danilo Taino


BERLINO Da tre mesi al potere in Grecia, il governo di Syriza è considerato dai suoi creditori tutto meno che di sinistra. Per ora – dicono – ha favorito i ricchi e i soliti oligarchi che tirano le leve del comando ad Atene da decenni e decenni.
Delle non molte leggi approvate finora dall’esecutivo guidato da Alexis Tsipras, che si definisce di sinistra radicale, una delle più importanti, ma poco propagandata, è l’ampiamento anche ai seimila ricchi che prima ne erano esclusi della possibilità di dilazionare in 80-100 rate di quello che devono al Fisco. La legge che lo permette era stata varata dal governo precedente ma la troika dei creditori - Ue, Banca centrale europea (Bce), Fondo monetario internazionale (Fmi) - aveva ottenuto che i seimila con più di quattro milioni di arretrati fossero esclusi dal beneficio. Syriza ha esteso anche a loro la possibilità: questo gruppo di ricchi deve al Fisco circa 60 miliardi. «Invece di mandare gli ispettori a visitarli e invece di rendere visibile la situazione, il governo ha introdotto uno schema automatico e oscuro», dice un funzionario Ue coinvolto nelle trattative.
Il Corriere ha parlato con una serie di rappresentanti dei creditori della Grecia - che non desiderano essere citati - e ne ha tratto un quadro preoccupante che spiega la sfiducia che si è creata nei confronti della possibilità di trattare seriamente con Atene .
La leader dell’Fmi, Christine Lagarde, più di un anno fa aveva presentato una lista di grandi evasori fiscali ellenici. Il vecchio governo non aveva fatto nulla. Quello nuovo di sinistra ne ha arrestato uno, un imprenditore, la settimana scorsa, poi rilasciato. «Bene - dice un funzionario -. Ma è solo simbolico: costoro dovrebbero avere tutti i controllori in casa. È che non c’è applicazione delle leggi. Di base, c’è un gruppo di oligarchi che ancora oggi influenza pesantemente la politica. È frustrante vedere che un governo di outsider non ha minimamente intaccato il loro potere». I creditori erano riusciti a creare la figura di un coordinatore indipendente per la lotta alla corruzione. Syriza lo ha eliminato e ha portato la responsabilità in sede di governo. «Se volevi dare un segno che esiste la legge – spiega un rappresentante dei creditori – avresti chiesto ai greci che vivono all’estero, in posizioni importanti e non coinvolti con il sottobosco greco, di tornare a lavorare in un consiglio contro la corruzione e il potere degli oligarchi. Niente, succede anzi il contrario: i poteri nascosti hanno radici profondissime nel Paese». Su una legge in campo immobiliare del nuovo governo che a parole favorisce i poveri, la Bce ha scritto un parere nel quale sostiene che va a favore dei ricchi, in quanto crea rischi al sistema bancario, il quale darà meno credito a chi compra casa e a tassi più alti.
I creditori europei ritengono che la situazione che si è creata ad Atene stia azzerando la ripresa che nel 2014 era iniziata. «All’inizio dell’autunno scorso - dice uno di loro - la Grecia era avviata a una crescita del 2,9% nel 2015. E la disoccupazione era in calo. Ora, la debolezza dell’economia è evidente: recessione o meno – vedremo – di certo Syriza non solo non ha colto l’opportunità di essere il governo del rilancio, ha anche creato una situazione in cui non investe più nessuno. E pensare che l’anno scorso la Grecia aveva raccolto sui mercati, dove era tornata una certa fiducia, quattro miliardi per lo Stato e otto per le banche: da investitori privati. Che ora sono scappati» .
In Grecia, gli inviati dei creditori sono rimasti scioccati dalla differenza abissale di approccio ai problemi con, ad esempio, l’Irlanda, un altro Paese finito in grandi difficoltà e che aveva firmato un programma di riforme in cambio di aiuti. «Quando abbiamo fatto un accordo con Dublino nel 2010 - dice un funzionario che era sia in Irlanda che in Grecia - il governo l’ha subito fatto suo, l’ha portato avanti. E ha funzionato. Ad Atene, noi abbiamo avuto lo stesso approccio ma i governi - anche quelli precedenti all’attuale - non lo hanno mai considerato loro. Il testo delle leggi non era mai quello concordato, i tempi di presentazione al Parlamento nemmeno, le circolari per attuarlo erano il contrario di quello che avrebbero dovuto essere, e la loro applicazione non c’era. Su ogni cosa dovevamo intervenire: e da qui è nata la favola che la troika interferiva. Non è così».
Passi indietro - dicono i creditori - si stanno facendo sulla riforma del mercato del lavoro, dove Syriza vuole tornare al passato sulla contrattazione collettiva e riportare a livelli tra i più alti in Europa il salario minimo; nell’Amministrazione pubblica; nel sistema giudiziario; nelle privatizzazioni che potrebbero tagliare le unghie ai potentati monopolistici. Praticamente ovunque. La Grecia di Syriza - di sinistra? - arretra. Pericolosamente.