giovedì 23 aprile 2015

Corriere 23.4.15
L’avvocato: «Il rischio di favorire i più ricchi»
di Maria Silvia Sacchi


Anna Galizia Danovi, avvocato presidente del Centro per la riforma del diritto di famiglia, ha vissuto sotto il profilo professionale tutta la stagione del cambiamento delle famiglie, da quando il divorzio non c’era, ai cinque anni di separazione, ai tre anni e ora ai sei mesi, massimo un anno. Una accelerazione che, unita al cosiddetto «divorzio facile» (senza passare dai giudici) previsto dalla riforma Orlando, modifica in modo rilevante una normativa che poggiava su un suo impianto ben definito. «Certo, c’era anche il peso della Chiesa cattolica, ma i nostri padri costituenti avevano inteso proteggere il matrimonio».
I tempi però sono cambiati, le famiglie sono più fragili.
«E lo diventeranno sempre di più, anche per effetto di questa accelerazione. Per questo credo sia necessaria un’opera di formazione delle coppie: devono sapere a cosa vanno incontro quando, per esempio, uno dei due sceglie di non fare carriera per dedicarsi ai figli, che è la situazione che più frequentemente incontriamo. Il mio consiglio, quando ci si sposa, è di fare un patto prematrimoniale».
In Italia, però, non hanno valore.
«È vero, ma in caso di divorzio i giudici in qualche modo ne tengono conto».
Eppure negli altri Paesi si divorzia subito.
«A parte che anche altrove sono previste delle pause, negli altri Paesi il divorzio è o consensuale o colpevole. In un Paese liberale come l’Inghilterra, per esempio, i motivi, e le responsabilità, hanno un peso molto forte, mentre in Italia non ne hanno più. In Inghilterra la parte debole è fortemente tutelata: in sede di divorzio si fa una ricognizione completa dei presupposti del matrimonio, delle cause del suo fallimento e anche di tutti i beni della coppia».
Quali altri effetti avrà il divorzio veloce?
«Assisteremo a un aumento delle sentenze parziali, ovvero si avrà la sentenza di divorzio ma si continuerà la causa per disciplinare gli effetti patrimoniali. E ci sarà un aumento delle cause per danni. Lo vediamo già, è la conseguenza dell’affievolirsi della colpa».
Oggi è possibile separarsi nello studio dell’avvocato, non è che vince chi ha più denaro per pagare le parcelle?
«Queste riforme chiamano a un grande recupero dell’avvocatura, è necessario essere all’altezza di questo compito, saper essere il più possibile guida etica del proprio assistito arrivando a una posizione di terzi se ci sono dei figli. Questo non sempre le parti lo consentono. E le continue richieste di modifica presentate in tribunale ci dicono anche che spesso le persone non sono contente dei propri legali. Col divorzio breve, però, assisteremo a una riduzione, se non eliminazione, delle modifiche. E probabilmente avremo una diminuzione del turismo divorzile».