lunedì 20 aprile 2015

Corriere 20.4.15
Il premier avverte la minoranza: antidemocratico ignorare le regole
Cuperlo: la legislatura potrebbe chiudersi se sull’Italicum ci sarà la fiducia
di Al. T.


ROMA «Il Pd è fatto per rispondere a grandi ideali non per litigare se i collegi elettorali devono essere 100 o 90» dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Che ha tutta l’intenzione di tirare dritto sulla legge elettorale. Con la minoranza che si divide. Perché Gianni Cuperlo avverte: «Se il governo ponesse la fiducia, sarebbe uno strappo grave che porrebbe la legislatura sul binario di un suo esaurimento». Ma Cesare Damiano stempera i toni: «Bisogna evitare che venga posta la fiducia e che ci sia una drammatizzazione. Ma in ogni caso, terminato il confronto parlamentare, quale che sia l’esito, l’Italicum andrà votato come richiede la logica democratica».
La tensione in casa democratica rimane comunque alta alla vigilia della presentazione degli emendamenti all’Italicum. Il premier non intende arretrare: «Una volta deciso, si va avanti tutti insieme perché la prima regola è rispettare le regole». Questo vale in generale e il riferimento è anche per la vita interna del partito. E così, spiega da Mantova, «se c’è un’espressione di volontà come le primarie queste vanno rispettate. Questo non significa essere contro la democrazia: antidemocratico è chi non rispetta le regole». Renzi rivendica la pervicacia nel provare a rompere gli assetti consolidati, nonostante le resistenze: «Dopo anni in cui nessuno faceva niente, preferisco rischiare di fare un errore piuttosto che rimanere impantanato in una palude».
Da Mantova Renzi parla anche della riforma della scuola e della mobilitazione convocata per il 5 maggio: «Si fa sciopero per un motivo per me incomprensibile. Noi andremo ad assumere 100 mila insegnanti e trovo assurdo che si faccia uno sciopero».
A Renzi risponde Cuperlo, che a Maria Latella all’Intervista su «Skytg24», ribadisce i suoi dubbi: «La combinazione di riforma elettorale e costituzionale ha bisogno di trovare ancora il suo equilibrio. Non capisco l’accelerazione dell’Italicum». Se il governo mettesse la fiducia, spiega Cuperlo sarebbe un punto di non ritorno: «La legislatura si avvierebbe verso un progressivo e accelerato esaurimento». Ma l’esponente della minoranza attacca anche sui candidati alle Amministrative del Pd indagati: «Bisogna essere garantisti, ma la politica ha una sua autonomia. La doppia morale colpisce la nostra credibilità». Cuperlo spiega che non voterebbe comunque un candidato fuori dal Pd come Luca Pastorino (Liguria). Quanto alla possibilità di una scissione: «Io ho contribuito a fondare il Pd. Ho sempre pensato che sia la casa di una componente importante della sinistra italiana, e se la sinistra non ritrova più nel Pd i suoi principi verrebbe meno la natura del progetto e tutti ci porremmo dei dubbi. Ma io credo che il Pd può ancora essere la casa della sinistra».